La forza di The Guild non sta tanto in quanto cerca di differenziarsi dal resto delle web serie, ma in come fa ciò che gli altri fanno.
Dotato di una troupe dalla grandezza non usuale (lo si vede dai titoli di coda) e di una macchina produttiva evidentemente non delle più agili The Guild produce un episodio al mese, con evidenti difficoltà economiche (la produzione va avanti a donazioni degli utenti, il che vuol dire 5-10$ a botta) e di fruizione. Nonostante un numero di views sul canale YouTube non troppo blando.
Eppure le competenze in campo sono migliori della media. A partire dagli attori (la protagonista è anche un volto semi-noto della TV) per proseguire con chi scrive, nettamente superiore alla media della rete, per culminare con il regista, capace di mettere in piedi una macchina che non solo racconta una storia a tratti umoristica, come era prevedibile, ma che soprattutto è un prodotto raffinato.
Innanzitutto The Guild racconta la storia di una gilda (gruppo di giocatori di un MMORPG (i videogiochi che si giocano online come World Of Warcraft)) che è costretta a vedersi e interagire nella vita reale (nonostante la riluttanza) per uno sconvolgimento interno al gruppo: uno di loro ha frainteso un'emoticon di un'altra e si è convinto che lei si sia innamorata di lui, di conseguenza le si è piantato in casa.
Questa trama nonostante possa sembrare il tipico sfruttamento di un fenomeno di successo (il MMORPG) è in realtà solo un abile trucco, i videogiochi non sono mai mostrati (si fa ampio uso della visuale webcam che appunto nega la visione dello schermo) e non sono al centro del racconto, mentre lo sono invece i loro giocatori (ogni personaggio è rappresentativo di uno stereotipo) e le relazioni che stabiliscono.
Ma più in profondità The Guild è scritto con abilità (dalla stessa protagonista che è anche produttrice) e con una rigorosità inusuali: ogni episodio inizia con una piccola videoconfessione comica della protagonista che fa da introduzione e la trama non si involve in se stessa come previsto ma procede sui binari della sit-com.
Infine lo stile della fotografia, la composizione delle inquadrature e tutto il comparto tecnico sono quanto di più tecnicamente raffinato si possa vedere, cosa che rende agevole una fruizione (dal computer) che sappiamo non esserlo sempre.
In più la sigla è bellissima e non è un elemento accessorio, dà quel valore aggiunto di drammaturgia che mancava.
Si forse The Guild (vincitore degli YouTube Awards come miglior serie) è il prodotto migliore dell'anno.
Dotato di una troupe dalla grandezza non usuale (lo si vede dai titoli di coda) e di una macchina produttiva evidentemente non delle più agili The Guild produce un episodio al mese, con evidenti difficoltà economiche (la produzione va avanti a donazioni degli utenti, il che vuol dire 5-10$ a botta) e di fruizione. Nonostante un numero di views sul canale YouTube non troppo blando.
Eppure le competenze in campo sono migliori della media. A partire dagli attori (la protagonista è anche un volto semi-noto della TV) per proseguire con chi scrive, nettamente superiore alla media della rete, per culminare con il regista, capace di mettere in piedi una macchina che non solo racconta una storia a tratti umoristica, come era prevedibile, ma che soprattutto è un prodotto raffinato.
Innanzitutto The Guild racconta la storia di una gilda (gruppo di giocatori di un MMORPG (i videogiochi che si giocano online come World Of Warcraft)) che è costretta a vedersi e interagire nella vita reale (nonostante la riluttanza) per uno sconvolgimento interno al gruppo: uno di loro ha frainteso un'emoticon di un'altra e si è convinto che lei si sia innamorata di lui, di conseguenza le si è piantato in casa.
Questa trama nonostante possa sembrare il tipico sfruttamento di un fenomeno di successo (il MMORPG) è in realtà solo un abile trucco, i videogiochi non sono mai mostrati (si fa ampio uso della visuale webcam che appunto nega la visione dello schermo) e non sono al centro del racconto, mentre lo sono invece i loro giocatori (ogni personaggio è rappresentativo di uno stereotipo) e le relazioni che stabiliscono.
Ma più in profondità The Guild è scritto con abilità (dalla stessa protagonista che è anche produttrice) e con una rigorosità inusuali: ogni episodio inizia con una piccola videoconfessione comica della protagonista che fa da introduzione e la trama non si involve in se stessa come previsto ma procede sui binari della sit-com.
Infine lo stile della fotografia, la composizione delle inquadrature e tutto il comparto tecnico sono quanto di più tecnicamente raffinato si possa vedere, cosa che rende agevole una fruizione (dal computer) che sappiamo non esserlo sempre.
In più la sigla è bellissima e non è un elemento accessorio, dà quel valore aggiunto di drammaturgia che mancava.
Si forse The Guild (vincitore degli YouTube Awards come miglior serie) è il prodotto migliore dell'anno.
2 commenti:
che taglio, ma ti assicuro che nella "vera" vita di una gilda di WOW succede molto di peggio....nella mia anchw un paio di querele penali
che trash le querele....
Posta un commento