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21.4.11

Se sei così ti dico si (2011)
di Eugenio Cappuccio

Raramente ho visto tanto disprezzo per la tecnologia del green screen. Raramente ho visto un uso tanto smodato e incompetente dei trasparenti. Raramente infine un racconto sulle mistificazioni dello spettacolo, la vita combinata all'arte e la lenta risalita della china di un uomo che è tramontato prima di poter dire tutto quel che aveva da dire, è stato portato in immagini con così poca immaginazione.

La storia è quella del cantante-meteora ora pizzaiolo, richiamato per una serata su Rai1, che nella sua breve permanenza a Roma incontra la modella del momento e viene da lei condotto ad una festa in America per cantare al compleanno di quella che si intuisce essere la sua ragazza (ma perchè si deve intuire se non è una cosa scandalosa??).
L'idea è che benchè alla fine nulla cambi per il pizzaiolo, in questo modo avrà avuto modo di dire la sua, cioè cantare la canzone che nessuno gli aveva mai fatto cantare e così "vincere" sul proprio passato, affermando, prima di tutto a se stesso, di essere migliore di come lo avevano dipinto. Dall'altra parte c'è Belen e il mondo dello spettacolo vero, a molti zeri e molti flash. Su tutto un senso d'effimero felliniano condito con luci decadenti.

Si sarebbero fatti questi paragoni se Cappuccio non fosse stato aiuto regista sul set di Ginger e Fred? Non lo so e non mi interessa. Il film è brutto e mal diretto. Italiano nelle sue componenti peggiori, snob e arrogante nel suo pretendere che alla fine tutto rimanga uguale ma il protagonista abbia compiuto un viaggio prima di tutto interiore.
Cappuccio non sa immaginare una dimensione visiva per questo suo racconto benchè ci provi a piè sospinto e vuole riprendere il culo di Belen ma in maniera intellettuale. Quasi un atto in malafede.
E se il pessimo uso dei green screen non può essere indicatore diretto di un brutto film, lo stesso voglio prendere quest'elemento a sineddoche per il resto. Perchè c'è un limite alla trascuratezza.

Un post a parte andrebbe fatto sulla campagna ingannatoria montata attorno al film. Dal titolo fino ai poster che cavalcano un'idea di commedia leggera e sentimentale di cui in sala non si trova traccia.

4 commenti:

vinz ha detto...

dal fatto che spoilerizzi (si dice cosi'?) a tutto spiano arguisco che credi che nessuno che ti legge andra' a vedere il film...e c'hai perfettamente ragione! :-)


Anonimo ha detto...

Emilio Solfrizzi col parrucchino mi fa proprio male al cuore...

Ale55andra


son_of_sin@hotmail.it ha detto...

Sono totalmente d'accordo per quel che riguarda i green screen (la scena della panchina è da uscire dal cinema) e sul passaggio del culo di belen.

Ma non capisco questo: "Il film è brutto e mal diretto. Italiano nelle sue componenti peggiori, snob e arrogante nel suo pretendere che alla fine tutto rimanga uguale ma il protagonista abbia compiuto un viaggio prima di tutto interiore."

A me l'atmosfera generale è piaciuta molto e ho trovato nel percorso del protagonista un raro esempio di dignità.

Mi spieghi meglio il tuo punto di vista?


gparker ha detto...

quelo che mi ha dato fastidio è come t i suggerisca di punto in bianco il fatto che il protagonista ha compiuto un viaggio interiore, quando poi non me lo ha mostrato. Come se mi presentasse il risultato anzichè il processo e io dovessi fidarmi


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