Una ragazza si sveglia da una camera iperbarica e si ritrova su un'astronave. Assieme a lei nessun altro, solo la voce di sintesi del computer di bordo. Nessuno dei due però ricorda pienamente come sono arrivati a questa situazione.
Non c'è nulla di clamorosamente inventivo in Continuum se non il modello distributivo. La nuova webserie di Blake Calhoun, già creatore di Pink (altra webserie ormai non più visibile dall'Italia ma pluridecorata in passato), è un grosso misto di suggestioni fantascientifiche a metà tra il cinema (c'è l'intelligenza artificiale parlante di 2001: Odissea Nello Spazio, la solitudine straniante di Solaris, il design di Moon) e la televisione (i tagli di montaggio di Battlestar Galactica, la fotografia delle serie più deteriori di Star Trek e il senso del mistero dell'onnipresente Lost).
Ora che i primi tre episodi sono stati messi online, dopo un'attesa che durava da almeno un anno, quando fu distribuito il primo trailer, possiamo dirlo: Continuum è una vera delusione.
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