Non si vede un film del genere a caso. Sono i film che si evitano come la peste. Ma casualmente sfogliando il Mereghetti mi era caduto l'occhio sul giudizio a tre stelle che gli dà, dunque la prima volta che l'hanno fatto in televisione l'ho registrato, vinto dalla curiosità.
Mereghetti ne apprezza il coraggio di mostrare una cattiveria, una critica antiborghese come forse non se ne erano mai viste (e se lo dice Mereghetti). In effetti c'è un odio ed un livore verso quel tipo di classe americana tutta ignoranza, presunzione e televisione che non si vede solitamente. Probabilmente perchè la cattiveria non è tanto in quello che fanno (nei gesti cattivi), o nell'atteggiamento spietato, ma sta nel fatto che facciano soffrire così tanto Matilda per così poco. De Vito costruisce in primis il dolcissimo personaggio di Matilda, e lo fa vermente bene, poi per negazione di questa dolcezza distrugge i genitori, implacabilmente.
Tutto questo è filtrato attraverso la froma favola, anzi favoletta, perchè (nella forma) è proprio la classica favoletta da quattro soldi all'americana, tranne per il fatto che non è da quattro soldi. L'ispirazione è chiaramente burtoniana (questa sì che è postburtoniana!), impostata su un uso degli ambiente a metà tra il fiabesco ed il grottesco, facendo leva più sulla paura che sulla meraviglia.
Copio da Mereghetti il giudizio sul titolo italiano: "Oltre ogni umana demenza".
Mereghetti ne apprezza il coraggio di mostrare una cattiveria, una critica antiborghese come forse non se ne erano mai viste (e se lo dice Mereghetti). In effetti c'è un odio ed un livore verso quel tipo di classe americana tutta ignoranza, presunzione e televisione che non si vede solitamente. Probabilmente perchè la cattiveria non è tanto in quello che fanno (nei gesti cattivi), o nell'atteggiamento spietato, ma sta nel fatto che facciano soffrire così tanto Matilda per così poco. De Vito costruisce in primis il dolcissimo personaggio di Matilda, e lo fa vermente bene, poi per negazione di questa dolcezza distrugge i genitori, implacabilmente.
Tutto questo è filtrato attraverso la froma favola, anzi favoletta, perchè (nella forma) è proprio la classica favoletta da quattro soldi all'americana, tranne per il fatto che non è da quattro soldi. L'ispirazione è chiaramente burtoniana (questa sì che è postburtoniana!), impostata su un uso degli ambiente a metà tra il fiabesco ed il grottesco, facendo leva più sulla paura che sulla meraviglia.
Copio da Mereghetti il giudizio sul titolo italiano: "Oltre ogni umana demenza".
15 commenti:
Concordo sul fatto che di sicuro molte persone ci vedono la favoletta uguale a tutte quelle altre che mandano su Italia Uno (o gli equivalenti USA), senza notare che invece questa è fata con un po' più di cura e va un po' più a fondo su certe cose, però non concordo sull'identificare queste persone con i CostanzoDeFilippiani, la vedo più come una fascia trasversale.
Sono tutte quelle persone che le cose non le vedono perchè non hanno occhi per vedere ed orecchie per sentire, si pongono davanti ad una qualsiasi fonte come davanti al soffione della doccia e aspettano di essere colpiti.
qualcuno che non sa capire
comunque,non sarà che il commento del mereghetti ti ha come dire predisposto ad un giudizio positivo?
Ma io ritengo che a non avre occhi per vedere ed orecchie per sentire sia anche gente che disprezza la televisione, e che si professa grande cultrice d'arte. Gente per la quale i film belli sono quelli che vincono premi, per la quale l'Oscar è un riconoscimento significativo, per la quale i film che vincono Cannes o Venezia sono "bellissimi, ma molto difficili". Quelli per i quali A Beautiful Mind è un film intenso e complesso. Un film d'autore.
Mariolone sicuramente l'aver letto il commento di Mereghetti prima, mi ha ben disposto e mi ha messo in condizione di guardare il fim con altri occhi. Ma c'è sempre qualcosa che ti condiziona nei riguardi di un film, dalla pubblicità che hai visto a quello che ti dicono gli amici, al film precedente dello stesso autore ecc. ecc. L'importante secondo me è partire da questa sovrastrutture, farne una base d'ananlisi. Del resto non viviamo sulla Luna è chiaro che per ogni cosa che vediamo/facciamo c'è una base da cui sei partito.
io l' ho visto sto film... Non mi era sembrato veramente niente di che...
Nessuna condanna per quel che pensi, solo chiarimenti sulla mia posizione e cosa intenda per "chi ha occhi per vedere ed orecchie per sentire"...
neanche da parte mia... E poi non ti preoccupare se nascono polemiche, sono il fulcro dei commenti di un blog...
e pensare che l'ho ignorato snobbandolo...
Anche io avrei fatto lo stesso se non avessi casualmente letto la recensione di MEreghetti.
Del resto il titolo italiano non aiuta....
evviva le polemiche.....
Sempre viva.
E dalla polemica nasce il litigio... E li che ci si diverte di +...
chi conosce DeVito regista non si lascia fuorviare dal titolo orrendo...
Il film è un feroce attacco alla mancanza di immaginazione e al conformismo della classe media che vede come un orrore tutti i "diversi" e punta alla loro omologazione.
Certo chi si sente perfettamente omologato non soffre con Matilda, come chi sa fin dalla nascita di essere diverso e che questo nella società di merda in cui vive, non gli sarà perdonato.
non solo i paratelevisivi sono orrendi ma anche tutti quelli che corrono assetati a bearsi di ogni cagata tecnologia che esce sul mercato anzichè evitare di usare i prodotti delle multinazionali, tra l'altro pessimi (vedi la quasi totalità della roba Microsoft) o i gadget Apple (come il sopravvalutatissimo I-pod) che sono semplicemente operazioni di marketing.
matilda non sei mitica, per essere mitica dovreste mettere la trama un poco meglio così ci potrò fare la relazione visto che so meno del libro che di come si legge
ogni tanto leggere mi rompe i coglioni però matilda
è bellissimo anche se la bambina è un poco sfortunata
e meno male!
buha ah ah
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