Ci sono due bande rivali, ci sono due boss che lavoravano insieme ma si sono separati per farsi la guerra a vicenda e c'è un ragazzo comune preso nel mezzo, costretto suo maglrado a lavorare per entrambi i fronti. La trama c'è tutta per un bel film ad incastro da mostrare a scelta o come una commedia all'inglese o come un delicato noir o come un thriller classico.
Paul McGuigan sceglie di fare un po' di tutto e quindi praticamente nulla, anche se il suo gusto sembra pendere leggermente di più verso l'Europa e la commedia inglese anni '60.
Il problema di Slevin però non è tanto la contaminazione tra generi, che nel cinema contemporaneo è un espediente narrativo all'ordine del giorno, quanto la narrazione degli eventi.
La scelta ricade su una narrazione che cerca (e in molti casi ci riesce) di spiazzare lo spettatore, fa di tutto per riuscirci, forzando la mano in più di un'occasione. Il ritmo latita e i dialoghi frizzanti e ironici non bastano (o non sono adeguati) a colmare le lacune.
McGuigan gira forzando la mano su tutto: dialoghi, inquadrature, recitazione, ambientazione, trama. Ma non riesce ad intrattenere ad avvincere perchè tutto è già visto e anche il colpo di scena quando arriva è scontato anche per chi non se lo aspetta.
Personalmente poi se c'è una cosa che mi infastidisce sono le lunghe spiegazioni della trama e Slevin occupa un buon quarto d'ora di coda del film nel ricostruire e spiegare tutti gli eventi della trama così che non ci siano possibili dubbi sullo svolgimento degli eventi e le motivazioni dei personaggi.
Paul McGuigan sceglie di fare un po' di tutto e quindi praticamente nulla, anche se il suo gusto sembra pendere leggermente di più verso l'Europa e la commedia inglese anni '60.
Il problema di Slevin però non è tanto la contaminazione tra generi, che nel cinema contemporaneo è un espediente narrativo all'ordine del giorno, quanto la narrazione degli eventi.
La scelta ricade su una narrazione che cerca (e in molti casi ci riesce) di spiazzare lo spettatore, fa di tutto per riuscirci, forzando la mano in più di un'occasione. Il ritmo latita e i dialoghi frizzanti e ironici non bastano (o non sono adeguati) a colmare le lacune.
McGuigan gira forzando la mano su tutto: dialoghi, inquadrature, recitazione, ambientazione, trama. Ma non riesce ad intrattenere ad avvincere perchè tutto è già visto e anche il colpo di scena quando arriva è scontato anche per chi non se lo aspetta.
Personalmente poi se c'è una cosa che mi infastidisce sono le lunghe spiegazioni della trama e Slevin occupa un buon quarto d'ora di coda del film nel ricostruire e spiegare tutti gli eventi della trama così che non ci siano possibili dubbi sullo svolgimento degli eventi e le motivazioni dei personaggi.
5 commenti:
commedie inglesi anni 60?
Si c'era tutta una corrente di commedie inglesi negli anni '60 con un umorismo ed un'estetica molto particolari che furono anche riprese in America in quel periodo, come per esempio Ciao,Pussycat.
Film carino, bella la recensione che hai fatto e complimenti per il blog... freeman comunque sempre il migliore.
Scambieresti link dei blog. se puoi passa dal mio e dimmelo. grazie molte e buon 2007
lo sto vedendo ora. arrivato a metà con mia moglie e ci stiamo addormentando.
ricordo ne dicevano un gran bene, ma a me sembra troppo (leggi troppo come aggettivo del film.... è un "film troppo")
e sempre più mi stupisce come mi trovo d'accordo su ogni tua singola recensione, cacchio!
paolo, quello di Lost
Trovasi daccordo con ogni recensione di questo blog è l'unica via per la salvezza!!
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