Non che non mi sia piaciuto. Pistol Opera è degno davvero di ogni stima, un film pieno di coscienza cinematografica che si impegna per dare un'idea di cinema diversa dal normale. Eppure alla fine anche a fronte di tante trovate non mi ha rapito come mi auguravo.
Forte di mille influenze e capace di influenzare altrettanto (in primis Kill Bill) questo film di Suzuki parte dall'assunto del rifiuto del cinema iperrealistico e della stilizzazione della violenza che ha caratterizzato l'evoluzione del genere fino ad ora (specialmente in Asia).
Suzuki rifiuti di mostrare scene di violenza, rifiuta di mostrare scenari probabili e proietta la sua opera di pistole in un mondo che ha più a che fare con il teatro che con il cinema (anche se il film è girato con una grande consapevolezza dei mezzi di enunciazione cinematografica).
E' un'opera sulla morte, un musical senza musiche per colori, dinamiche e ricercatezza stilistica. Un musical dove l'argomento principale è il rapporto tra vita e morte esplicitato più che dalla trama (che lo chiarisce più verso il finale) dalle scelte estetiche. Una profondità di campo totale che coglie ogni elemento della realtà, suoni e recitazione espressioniste e una costante caricatura.
Ma una certa stanchezza che arriva verso metà e alcune similitudini con le opere più narcise di Greenawaynon mi hanno convinto...
Forte di mille influenze e capace di influenzare altrettanto (in primis Kill Bill) questo film di Suzuki parte dall'assunto del rifiuto del cinema iperrealistico e della stilizzazione della violenza che ha caratterizzato l'evoluzione del genere fino ad ora (specialmente in Asia).
Suzuki rifiuti di mostrare scene di violenza, rifiuta di mostrare scenari probabili e proietta la sua opera di pistole in un mondo che ha più a che fare con il teatro che con il cinema (anche se il film è girato con una grande consapevolezza dei mezzi di enunciazione cinematografica).
E' un'opera sulla morte, un musical senza musiche per colori, dinamiche e ricercatezza stilistica. Un musical dove l'argomento principale è il rapporto tra vita e morte esplicitato più che dalla trama (che lo chiarisce più verso il finale) dalle scelte estetiche. Una profondità di campo totale che coglie ogni elemento della realtà, suoni e recitazione espressioniste e una costante caricatura.
Ma una certa stanchezza che arriva verso metà e alcune similitudini con le opere più narcise di Greenawaynon mi hanno convinto...
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