Proprio a me doveva capitare. Proprio a me che sono innamorato fracico della cultura (e quindi della letteratura) russa... Proprio a me doveva capitare di andare a vedere un film di Maurizio Sciarra liberamente ispirato a "La Sonata a Kreutzer" di Lev Tolstoj.
La cosa peggiore di tutto il film, che è sceneggiato con una vena intimista e sospesa come gran parte dei peggiori exploit italiani, è che ogni tanto si intravedono le fiamme del romanzo cui si ispira, a tratti sembra quasi di intuire come era il testo d'origine, quei melodrammi d'alta società e nobiltà russa zarista....
A me, che avevo odiato anche l'Anna Karenina con Greta Garbo, proprio a me doveva toccare vedere Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada interpretare un Tolstoj moderno ambientato in Svizzera...
"Quale amore?" si chiede Pasotti verso la fine del film, mentre io contemporaneamente mi chiedo: "Quale amore??? Ma quale film?!?!".
A sconvolgermi, come sempre in questi casi, è la freddezza del film. Una freddezza assolutamente ricercata, si vede dalle scelte cromatiche, dallo stile della recitazione dei protagonisti e dalle inquadrature sempre abbastanza distanti dalla vicenda e dalla narrazione. Una freddezza programmatica che rende ancora più difficile un compito già arduo, una freddezza che sposta ancora più in alto gli obiettivi del film e che quindi diventa arroganza di essere convinti i poter rendere il fiammeggiante melodramma tolstojano attraverso uno stile freddo e distaccato.
Ancora una volta mi ripeto, mi sembra che il problema in questi casi sia di non sapersi rendere conto di quali siano le proprie abilità e quali i propri difetti, di non avere la lungimiranza di capire quale tipologia di film sarebbe migliore realizzare, magari con meno aspirazioni, magari più piccoli e personali, che se riuscissero bene sarebbero una vera boccata d'ossigeno.
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