A metà tra il western e il genere "da tribunale", I Dannati E Gli Eroi sembra un Ford atipico per quasi tutta la prima metà, addirittura ad un certo punto rinuncia anche al consueto minimalismo espressivo per alcuni tocchi scenici (come la luce che si spegne durante il racconto e l'occhio di bue sull'imputato).
Oggi la critica di un razzismo così feroce fa quasi ridere, ma non c'è nulla da ridere invece se si pensa alla narrazione bellissima che Ford riesce a fare di una storia della quale accuratamente nasconde il più a lungo possibile il cuore. C'è un processo, grosso e importante, ma non ci dice qual è la terribile accusa e lascia la suspense alla narrazione degli eventi. Di racconto in racconto ci si avvicina sempre di più.
Ad un certo punto avvicendandosi i testimoni si avvicendano i vari racconti e sembra quasi di assistere ad un anti-Rashomon, in cui le diverse voci e i diversi punti di vista concordano tutti verso una medesima versione e verso una medesima visione del mondo.
E' a quel punto che ritorna il classico western fordiano, con l'elegia della cavalleria e l'onore prima di ogni cosa.
Oggi la critica di un razzismo così feroce fa quasi ridere, ma non c'è nulla da ridere invece se si pensa alla narrazione bellissima che Ford riesce a fare di una storia della quale accuratamente nasconde il più a lungo possibile il cuore. C'è un processo, grosso e importante, ma non ci dice qual è la terribile accusa e lascia la suspense alla narrazione degli eventi. Di racconto in racconto ci si avvicina sempre di più.
Ad un certo punto avvicendandosi i testimoni si avvicendano i vari racconti e sembra quasi di assistere ad un anti-Rashomon, in cui le diverse voci e i diversi punti di vista concordano tutti verso una medesima versione e verso una medesima visione del mondo.
E' a quel punto che ritorna il classico western fordiano, con l'elegia della cavalleria e l'onore prima di ogni cosa.
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