Non amo molto il regista iraniano di Viaggio a Kandahar lo devo ammettere, non sono un fanatico di questo tipo di stile e non mi piace il suo intento molto didascalico e solo fintamente documentaristico.
Viaggio In India fortunatamente si distacca un po' dalle precedenti opere in questo senso approdando a tematiche che lo avvicinano più a film come Il Tè Nel Deserto che tuttavia era più netto e deciso nel suo intento di mostrare lo scontro degli occidentali con il mondo nordafricano, l'occhio esterno che svela le contraddizioni e la bellezza intrinseca. In questo caso invece i turisti sembrano solo inizialmente il grimaldello per mettere a nudo le contraddizioni dell'India (o quantomeno lo scontro tra ciò che si crede, ciò che sembra e ciò che invece è) ma tutto diventa subito molto pesante ed esplicito (i turisti manovrano in maniera alternata la videocamera digitale mostrando cosa vedono e mentre uno vede lo splendore l'altro vede la miseria degli stessi posti), cosa che mi infastidisce sempre un po'.
E se l'episodio del vecchio santone che ferma i treni con lo sguardo è molto intelligente e acuto, il resto diventa una lunga (e pedante) dissertazione sull'India di oggi, il multiculturalismo e (ancora!) riflessioni abbastanza banali sulla religiosità e le religioni.
Alla fine il film non parla molto di India, non mostra molto ed è più che altro l'ennesima lezioncina.
Stilisticamente poi siamo prossimi allo zero, le trovate principali constano nell'indugiare molto sui protagonisti negando i normali meccanismi di campo/controcampo, ma se nei film di Dardenne simili esperimenti hanno un vero senso (concentrarsi unicamente e al 100% sui protagonisti) in Viaggio In India non se ne intuisce la motivazione.
Insomma no, questo cinema che si propone programmaticamente di essere intellettual-autoriale proprio non mi piace.
Viaggio In India fortunatamente si distacca un po' dalle precedenti opere in questo senso approdando a tematiche che lo avvicinano più a film come Il Tè Nel Deserto che tuttavia era più netto e deciso nel suo intento di mostrare lo scontro degli occidentali con il mondo nordafricano, l'occhio esterno che svela le contraddizioni e la bellezza intrinseca. In questo caso invece i turisti sembrano solo inizialmente il grimaldello per mettere a nudo le contraddizioni dell'India (o quantomeno lo scontro tra ciò che si crede, ciò che sembra e ciò che invece è) ma tutto diventa subito molto pesante ed esplicito (i turisti manovrano in maniera alternata la videocamera digitale mostrando cosa vedono e mentre uno vede lo splendore l'altro vede la miseria degli stessi posti), cosa che mi infastidisce sempre un po'.
E se l'episodio del vecchio santone che ferma i treni con lo sguardo è molto intelligente e acuto, il resto diventa una lunga (e pedante) dissertazione sull'India di oggi, il multiculturalismo e (ancora!) riflessioni abbastanza banali sulla religiosità e le religioni.
Alla fine il film non parla molto di India, non mostra molto ed è più che altro l'ennesima lezioncina.
Stilisticamente poi siamo prossimi allo zero, le trovate principali constano nell'indugiare molto sui protagonisti negando i normali meccanismi di campo/controcampo, ma se nei film di Dardenne simili esperimenti hanno un vero senso (concentrarsi unicamente e al 100% sui protagonisti) in Viaggio In India non se ne intuisce la motivazione.
Insomma no, questo cinema che si propone programmaticamente di essere intellettual-autoriale proprio non mi piace.
15 commenti:
Sai gPorco... stavo pensando che te sei uno dei pochi.... no no no anzi, l' unico maschio che io conosca che utilizza internet senza mai....MAI usufruire delle meraviglie pornografiche che la rete ci offre..... ma perchè dico io.... perchè!?
e fallo lavorare l' attrezzo.... CON QUEL GATTO CHE TE RITROVI IN MEZZO ALLE GAMBE!.... ti ho visto sai in campeggio sotto la doccia.... una cosa mostruosa...sembra che c'hai le pagine gialle arrotolate...
Tutto questo nei commenti a un film indiano?
Ahahahahah... le pagine gialle... :DDDDDDDDDDDD
Mio dio credo di non poterti più venire vicino...
Allora.
reduce dall' essermi fatto bere da un mio amico visto il mio comportamento su questo blog, chiedo scusa a chiunque, ma soprattutto al padrone del blog, abbia trovato i miei commenti maleducati e offensivi.
Detto questo, invito anche il Ra a fare come me.
Infine ci tengo a dire un' ultima cosa: il personaggio frankie666 RIMANE frankie666 cambiarlo è un compromesso inaccettabile piuttosto smetto di commentare.
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
ULTIMI
OK.
Finito periodo di riflessione.
So tornato er vecchio 'nfame fracico de na vorta.
Ditelo che sentivate la mia mancanza.
In effetti io avevo avuto un senso di smarrimento.
Anche io.... come se le mie più profonde convinzioni venissero a mancare....
Io non mi preoccupo. Anche se un giorno io venissi a mancare, frankie666 vivrà nei vostri cuori per sempre.
Ora voglio castigare lo stronzo che mi ha fatto fare questa figura di merda.
Makhmalbaf è iraniano.
hai ragione, distrazione. Bastava guardare il nome.
Rimedio.
credo che più che essere programmaticamente autoriale (che ne diremmo allora di d.lynch?), il regista iraniano sia molto meno fissato con le regole o con la loro rottura (lo so che qui rischio, perchè in fondo nn lo conosco poi così bene) di un qualsiasi regista nostrano che fa della mancanza del c/cc un malriuscito meccanismo di suspance (vedi notturno bus). mi sembrava che lì, nella scena del treno, invece la cosa funzionasse bene, in termini di suspance...
(lasteditorstanding)
Ecco la scena del treno.
Quella è l'unica che funzioni davvero. Ma il resto... Il resto no.
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