La fantascienza. Il genere geek per eccellenza. Poche serie per la rete di carattere fantascientifico si sono rivelate davvero interessanti, poche hanno osato qualcosa e ancor meno hanno saputo farlo bene.
Ora due webserie arrivate in rete negli ultimi mesi si sono imposte per stranezza e dedizione nei confronti del genere, una americana e una britannica. La prima è The Immoral Dr. Dicquer, un viaggio molto allucinato, realizzato quasi tutto in post produzione dove soluzioni e idee visive, quanto meno realistiche e plausibili è possibile, creano un ambiente allucinato, un futuro distopico in cui tutto è andato male e che assomiglia al nostro recente passato ("L'anno del signore 1988", recita il cartello). La seconda è Self centered, strano esperimento dalla trama canonica ma dalla narrazione interessante che mescola attori provenienti da contesti più professionali del solito a idee prese dalle serie tv americane, con un amore per il mistero ad oltranza che ne danneggia la fruizione.
Esperimenti estremi (in termini di messa in scena e di racconto) che non a caso si trovano nelle web serie di fantascienza. Da una parte il genere si presta alla decostruzione narrativa, dall'altra l'esigenza di mostrare il futuro o il futuribile con mezzi limitati impone una dedizione ed una fantasia maggiori della media, e da un'altra ancora si tratta del codice espressivo probabilmente meglio padroneggiato dalla tipologia umana che decide di rivolgersi alla rete per le proprie produzioni.
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