Se esistesse un indice che misuri lo spread tra le intenzioni sbandierate dagli autori e poi ciò che effettivamente si vede nei film questo sarebbe altissimo per Workers (ma nemmeno lontanamente vicino al campione di spread "intenzioni/realtà" che è Good As You).
L'obiettivo dichiarato è quello di ritrarre il mondo del lavoro attuale in maniera diversa da come fanno il cinema o la fiction più "medi", cioè di ritrarre difficoltà e dolori di dover lavorare in un contesto come quello attuale, senza nessun diritto e con poche speranze. Il risultato è un film in tre episodi, tenuto insieme dal filo conduttore costituito da due narratori che lavorano in un'agenzia di lavoro interinale e sciorinano aneddoti di fatti clamorosi capitate ai loro clienti. Ma in nessuna parte il lavoro è ritratto realisticamente, nè tutto ciò è al centro del film.
Gli episodi sono uno su un badante, interpretato da Tiberi, a cui tocca il difficile caso di un paraplegico vitale e incazzato che fa di tutto per rendergli la vita impossibile (praticamente Quasi Amici al contrario), un altro su uno che viene preso come inseminatore di tori e lì vede la storia di un collega innamorato di una donna con la fissa dei dottori e per conquistarla si finge chirurgo usando il camicie da inseminatore, e infine uno su una truccatrice che per disperazione accetta di truccare i morti in un'agenzia di pompe funebri ma viene costretta a partecipare ad una cena in casa di un mafioso latitante, perchè identica alla fidanzata del figlio tragicamente scomparsa.
Dire che non si rida e che non ci sia ritmo è il minimo in questo caso. Importa poco che il film sia abbastanza strascicato e poco curato in ogni sua parte (dalla recitazione giù giù fino anche al montaggio), perchè è ancora più clamoroso come il senso stesso della pellicola, cioè la riflessione sulla situazione lavorativa sia totalmente assente. Questi tre corti dalle trame caserecce e gli svolgimenti prevedibili sono forzatamente fatti rientrare nei casi dell'agenzia interinale di cui sopra (addirittura nell'episodio dell'inseminatore l'assunto del caso è quasi sempre assente) e sono sempre centrati su qualcos'altro, non toccando se non con accenni innocui l'argomento "lavoro".
Se proprio vogliamo dirla tutta poi, anche la realtà proposta, fatta di appartamenti stupendi in affitto a 350€/mese, di squattrinati che però pagano tutto senza problemi e sono sempre vestiti bene, non è che sia così distante dalle incongruenze della media di cinema e tv italiani. Spread I/R a livelli altissimi.
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