La macchina da guerra Resident Evil, la saga che corre parallela sulle console e sullo schermo ha una forza e una longevità che sono incredibili. Nel 2002 fu liquidato come uno dei molti adattamenti da videogioco che imperversavano (erano anche gli anni di Tomb Raider con Angelina Jolie) ma la saga con Milla Jovovich, come un maratoneta, ha staccato tutti sulla distanza.
Cinque film e un sesto (probabilmente ultimo) in lavorazione, tutti in grado nella peggiore delle ipotesi di incassare il doppio di quanto sono costati, una grande storia con ogni capitolo dotato di cliffhanger per quello dopo, ogni film strutturato quasi nella stessa maniera degli altri e una protagonista inossidabile.
Si avvicendano personaggi e attori (in questo ritorna Michelle Rodriguez) ma lei, Milla Jovovich, non abbandona mai. Il suo aderire a questa causa e questa serie di pessimi film di ottimo successo ha del commovente. Se soltanto fossero un pelo più decenti, meno incoerenti e pieni di leggerezze senza senso gli si vorrebbe bene immediatamente. Invece ogni film di Resident Evil sembra fare di tutto per non essere amato, per scansare ogni decenza cinematografica.
Retribution in particolare mette in scena la solita trama contorta in un setting e con una struttura da vero videogame. La cosa è degna di stupore perchè, se si esclude il primo capitolo, negli altri film la saga aveva cercato una sua autonomia. Pur seguendo a grandi linee la storia della parallela serie di videogiochi, orchestrava le trame in maniera filmica. Qui invece l'espediente di far passare la protagonista di stage in stage, di "ambiente ricostruito" in "ambiente ricostruito", dà vita ad una scansione da videogioco, con i livelli, i boss e i confronti obbligatori per andare avanti.
Ecco perchè alla fine dispiace dire che anche in questo nuovo film di Resident Evil non c'è nulla che possa appassionare, nemmeno quello spirito naive e incontrollabile, quella bonaria immediatezza che anima le sue controparti in computer grafica (esiste una serie di film sempre su Resident Evil, sempre con quei personaggi, tutti realizzati in animazione CG, più spietata diretta e da exploitation, dunque verace).
Forse allora è proprio questo il segreto della longevità degli zombie infetti (che, diciamolo, sono tornati sullo schermo prima del revival dei morti viventi), il suo non essere completamente hardcore come gli equivalenti in CG, e nemmeno veramente da appassionati di cinema. I film di Resident Evil esistono in un limbo incastrato tra molti target e molte passioni, reso dinamico e animato da quella che forse è la più grande attrice sottovalutata del nostro tempo, l'unica nell'universo femminile a potersi permettere quello che invece è concesso a molti uomini: essere divina sullo schermo anche recitando male.
1 commento:
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