CONCORSO
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2012
Tutto quel che Un giorno speciale ha da dire sulla condizione umana di due ragazzi in questo momento storico è già stato digerito, è già parte della cultura condivisa, è conversazione da bar e luogo comune, ritornello instancabile e indiscutibile dei discorsi più facili e meno complessi di questi anni. La raccomandazione come espediente per trovare lavoro, lo sfruttamento del maschio potente e politico sulla giovane bella, il sottobosco di periferia che si vergogna delle proprie origini, la prepotenza dell'uomo sull'uomo, lo spettacolo come unica idea di successo nella vita, il conflitto di generazioni e classi acuito dal bisogno economico.
In tutto questo si muovono due ragazzi consapevoli solo di quel che capita loro e agiti dagli eventi più che padroni del proprio destino, che non vanno più a scuola ma hanno scelto di servire il potere in maniere diverse (forse nemmeno troppo). Per raccontarli Francesca Comencini ricorre ad un misto di considerazioni d'alta classe sul resto della popolazione, snoberie intellettuali artificiosamente semplificate per essere plausibili in bocca ai due ragazzi e una messa in poesia a tutti i costi. Non c'è una briciola d'autenticità nei due personaggi che fanno il film, perchè il modo in cui sono guardati dall'autore è sempre dall'alto verso il basso (e lo dimostra il paragone con un altro film presentato a Venezia, dotato della stessa identica storia, ma senza facili morali o sguardo paternalistico: L'intervallo).
Per questo motivo i momenti migliori del film sembrano quelli in cui Francesca Comencini abbraccia in pieno i due protagonisti invece che renderli strumento di affermazioni di scarsa originalità. Sono le corse con rock adolescenziale, le piccole risacche di romanticismo e le più ingenue impennate di rabbia a dare a Un giorno speciale un po' di sincerità, a riportarlo in una dimensione che sembra adattarglisi meglio, quella del cinema romantico giovanile.
C'è la netta impressione che se tutto il film fosse stato più sul quel tono sarebbe riuscito a raggiungere con efficacia maggiore quegli obiettivi che sembra inseguire vanamente con furore adulto.
1 commento:
...ma che palle...
paolo
Posta un commento