Nella furia di tutti (uffici stampa, creatori, autori, produttori e infine giornalisti) a trovare il "primo" arrivato in qualsiasi categoria, anche in un settore come quello di internet in cui l'ampiezza del catalogabile è tale da rendere impossibile la scoperta di un vero "primo", è più ragionevole attribuire la primogenitura non tanto in termini temporali quanto di effettivo raggiungimento del risultato.
Ecco perché Kubrick, una storia porno, pur non segnando l'esordio di una produzione televisiva in rete è lo stesso un passo importante, perché per la prima volta si tratta di un esempio virtuoso e da seguire.
Scritto con più di un occhio a Boris (la serie tv) ma con tutti e due i piedi saldamente in rete per quanto riguarda situazioni, personaggi e modalità espressive, la webserie ideata da Ludovico Bessegato e scritta da Carlo Bassetti, Simone Laudiero, Pier Mauro Tamburini e Fabrizio Luisi applica il principio virtuoso di mutare il flusso produttivo per arrivare su un medium diverso.
Kubrick nasce dalla congiunzione di Magnolia (casa di produzione televisiva) e TheJackaL (quelli di Lost in Google), mentalità imprenditoriale televisiva e mezzi di internet. Pensato e realizzato diversamente da un prodotto televisivo, il risultato non somiglia alla tv calata in rete, pur incorporandone tanti artifici retorici (come i personaggi che parlano in camera e a tratti l'atteggiamento da finto documentario), pur non avendone assolutamente la divisione seriale, anzi somigliando per fluidità più ad un unico lungo racconto diviso in parti a posteriori, com'è evidente nel passaggio tra primo e secondo episodio.
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