Certo se questo è il successore dei cinepanettoni al trono di "commedia di Natale" ci è andata davvero bene!
Nonostante esca ad un mese circa dalle festività (ed è difficile che regga un mese intero in programmazione) lo stesso è evidente come il nuovo film in cui Fabio De Luigi fa disastri e Antonio Catania lo riprende mentre Cristiana Capotondi si vergogna, sia un prodotto al 100% natalizio, dall'ambientazione montanara innevata, pieno di addobbi, luci, caminetti, cibo, colori e calore familiare.
Nonostante un trailer che cerca in tutti i modi di farlo sembrare un film di Neri Parenti e Christian De Sica, non ci siamo nemmeno vicini, perchè sebbene si tratti di una commedia facile facile ed innocua, non ha in nessun modo l'umorismo grossolano e facilone di quei film.
Stavolta Fabio De Luigi e signora (per l'appunto Cristiana Capotondi) aspettano un figlio, è Natale e passeranno le vacanze con la famiglia di lei nel castello del capo di suo padre (già avete capito l'espediente comico no?), interpretato da Diego Abatantuono con palandrane e barbe che lo fanno assomigliare ad un tardo Orson Welles.
Da che il precedente La peggior settimana della mia vita ricalcava il modello di Ti presento i miei (e tutto quello che in materia di conflittualità suocero/marito è venuto prima) questo nuovo si sposta più sul terreno del disaster movie puro, da Hollywood Party a Una pallottola spuntata senza la demenzialità. Ogni qualvolta qualcosa è presentato in scena si capisce che finirà ucciso, distrutto, rovinato o bruciato da De Luigi in un momento accuratamente studiato.
Eppure i contesti sono inventivi, la recitazione è perfetta con un tempi comici talmente tarati da far ridere anche con gag già sentite. La regia di Alessandro Genovesi non indugia in campi lunghi ma stringe su volti e corpi, colora tutto con toni natalizi e esagera in neve e addobbi senza sfociare nel cattivo gusto. C'è tutto per fare qualcosa di semplice ma di livello.
Insomma Il peggior Natale della mia vita è un film natalizio al 100%, una commedia romanticona in cui tutti si vogliono bene ma così carino e decente che la violenta foga strangolatrice del cinema natalizio ne farà polpette. Probabilmente non lo vedrà nessuno. Ed è un peccato, fosse tutto così il nostro cinema popolare!
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