Ci ha messo così tanto tempo questo film ad arrivare in Italia che più che chiedersi il motivo di tanto ritardo sembra più opportuno chiedersi come ma sia alla fine stato distribuito. E la risposta sta probabilmente nell'elezione al soglio pontificio di un nuovo Papa con tutta la portata di risveglio cattolico che quest'evento comporta.
L'amore inatteso è infatti un piccolo cult cattolico francese, che oscilla in maniera involontariamente esilarante dalle parti di Palahniuk, raccontando di un uomo borghese, con un lavoro e affetti irrisolti in famiglia (cattivo rapporto con il padre e il fratello, freddezza con la moglie, rapporto distante con il figlio) che frequentando un gruppo di supporto cattolico ritrova in un certo senso una strada.
L'amore inatteso non è totalmente risibile solo in virtù dello sforzo che Anne Giafferi sembra fare per dare al film la dignità del cinema più serio, quello che non sposa una tesi in pieno ma ricerca il suo ambito, mostrandosi dubbioso. Sulla carta infatti il protagonista non parla quasi mai di fede, appare anzi continuamente scettico, con quella forma di indecisione che è spesso la maniera attraverso la quale chi crede pensa di poter rappresentare chi non crede. Nella messa in scena però tutta questa dignità teorica crolla, finendo inevitabilmente dalle parti delle parabole messe per immagini, senza la dignità di una vera e concreta rielaborazione dei percorso che compiono i personaggi dei racconti biblici (quelli sì tormentati e titanici).
Quello che a L'amore inatteso manca è sia il clamoroso dubbio, il dolore dell'incapacità di trovare una sintesi tra ciò che il protagonista non vede e quello in cui gli è stato insegnato a credere in un momento in cui ha bisogno di una guida, dall'altra quella chiarezza d'intenti che conferirebbe ad un film inevitabilmente viziato da un punto di vista schierato com'è questo una lettura metafisica delle gesta del protagonista.
Ma non ci sono gesta, non c'è vero conflitto nè dramma interiore, L'amore inatteso sembra diretto da un prelato per quanto svicola i conflitti più duri sostituendoli con drammi all'acqua di rose o per come distolga lo sguardo non appena le situazioni potrebbero mostrare la parte peggiore degli esseri umani. Come se un racconto permeato di religiosità dovesse indagare il meglio di ognuno invece che il peggio.
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