FUORI CONCORSO
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Commedia anni '30 doveva essere e commedia anni '30 è stata. Il più grande appassionato, critico e studioso di cinema americano tra i registi di Hollywood (divertente che nel finale compaia anche quello che in questo senso è il suo unico erede) ha sempre girato intorno alla nostalgia per il cinema dell'epoca d'oro ma qui la prende di petto, con pochi sotterfugi e nessun legame al cinema contemporaneo. She's funny that way è un spasso vecchia scuola, che non ha temi portanti nè affronta chissà che argomento ponderato, non sfrutta lo stile moderno nè cerca di andare oltre o avanti, si preoccupa solo di "rispettare le regole classiche". E farlo bene. Ambienti sofisticati, protagonisti senza pensieri, un universo senza crisi e una comicità verbale e di montaggio, sofisticazione di messa in scena e scrittura in cui incastrare gli attori. Il falso d'epoca di Bogdanovich non è solo perfetto, è anche autenticamente divertente. Ma sempre falso rimane.
Perchè in questa commedia dai tempi matematici e calibratissimi che sospinge ogni dialogo con la giusta forza lasciandogli il tempo che serve per respirare, che dà ad ogni gag il suo spazio e la sua cadenza per funzionare al meglio ed introdurre le successive, tutto è fuori dal tempo. Mescolando le regole del cinema sofisticato di Lubitsch, Sandrich e Hawks con la recitazione contemporanea, gli ambienti di oggi e la fotografia moderna il risultato è Woody Allen (è una sorpresa solo per chi non lo conosce bene, lui del resto lo dice da sempre). L'abilissimo e davvero preciso Bogdanovich scompare a favore dei maestri che cita in mille frasi rubate dai loro film (che peccato spiegarlo alla fine in quella maniera!), gira un film impersonale e riuscitissimo, un instant classic del piacere ludico.
Non c'è persona sana di mente che possa annoiarsi in questa girandola di incroci e riferimenti, tenuta in piedi da personaggi bellissimi (la psichiatra odiosa di Jennifer Aniston come il regista farfallone ma dal cuore d'oro di Owen Wilson fino a quel geniale investigatore che ruba le sue espressioni di sgomento al grandissimo Edward Everett Horton) e puntellata di dettagli fenomenali (le ex del protagonista tutte di grandissimo successo dopo i suoi consigli). Tuttavia sarebbe anche ingiusto esagerare e attribuire a questa commedia perfetta anche la capacità che non ha, cioè quella di agire nel suo tempo. I film non sono isole, si parlano e si contaminano, portano avanti o stravolgono stili, mode e tendenze, instaurano tutti insieme un gigantesco discorso che porta avanti ed evolve la loro arte. She's funny that way sta in un angolo, fuori da tutti i giochi, non cambierà nulla e non influirà in niente. É bellissimo ma a sè.
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