CONCORSO
FESTIVAL DI BERLINO
Tutto intorno a Lea Seydoux, questo dramma primo novecento si muove sgraziato. Imbellettato e vestito a dovere, truccato come si deve e pronto per fare la sua bella figura nei salotti buoni, Diary of a chambermaid tradisce le sue origini povere sbagliando le posate e muovendosi goffamente. Ha i soldi dei nobili del cinema, con la sua attrice si è "comprato" la presenza in concorso ma questo non gli dona anche lo stile che lo rende degno di questa posizione.
Il racconto del "diario di una cameriera" francese, come narrato nell'omonimo libro da cui trae la sceneggiatura, è a dir poco grossolano, tagliato senza la raffinatezza che meriterebbero tematiche ormai abusatissime come l'ipocrisia della borghesia (Dio santo!).
L'unico punto di forza del film, che sa ben sfruttare, è il corpo di Lea Seydoux, oggetto sessuale creato da Kechiche (e così riciclato) che continua a funzionare. Polo d'attrazione per tutti gli uomini del film e magnete consapevole della propria attrattiva (forse i dettagli migliori sono quelli riguardo la sua consapevolezza e il potere che ne deriva ma vengono regolarmente gettati al vento), è un elemento prezioso che il film non sa gestire. Lo mette in evidenza come un grosso brillante invece che renderlo parte di un equilibrio più grande.
Per questo motivo è invetiabilmente grossolano, stupidamente diretto e senza la minima reale speranza di rimanere impresso nella memoria dello spettatore. Perchè la sua trama con toni da thriller (vaghissimi) la racconta lineramente, senza avere uno sguardo sugli eventi che dica più di quel che si mostra. Le perfide padrone di casa e i libidinosi viscidi mariti escono dritti da una versione adulta di Candy Candy, così come il bieco giardiniere dai sordidi piani o il povero ragazzo malato di tosse e vestito di bianco (!!).
In tutto questo la cameriera sessualmente potente di Lea Seydoux si muove come fosse il centro del film invece che uno dei suoi importanti elementi, attrae e respinge senza che tutto ciò abbia un vero senso. Forse farà la prostituta, forse no, forse per qualcuno come lei in quel luogo e in quegli anni non c'era altra scelta ma in fondo ce ne frega poco perchè non l'abbiamo mai davvero conosciuta.
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