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19.1.06

La situazione dell'e-commerce mediatico

Niente male come invenzione l'Mp3 eh? Una delle più grandi killer application della storia moderna, capace di uccidere e creare nuovi mercati anche ad anni dalla sua nascita.
Da poco ho letto che è stato creato un motore di ricerca per i podcasting, Podzinger, sintomo che è un settore (in Italia in forte espansione, ma noi si sa arriviamo in ritardo per definizione) ancora molto vivo e con una grossa domanda d'ordine, e il successo inarrestabile di iTunes (Apple ha presentato da poco i risultati dell'anno passato) sta costringendo tutte le più grandi industrie musicali e tecnologiche del mondo a buttarsi su questo settore che nell'ultimo anno ha triplicato i ricavi. Napster, che l'aveva fatto anche prima di iTunes, ma non dispone dell'apparato tecnologico e promozionale Apple e soprattutto non ha la killer application iPod, macina successi anch'essi, sostiene di essere arrivato a quota 500.000 abbonati e ha raggiunto 1.5 milioni di tracce in magazzino. Una volta diceva di essere il più grande music store, poi sappiamo com'è fatto Jobs, e ora Apple sta a due milioni di tracce. In espansione...
Apple è anche uscita indenne dallo scandalo del Mini Store, cioè nella nuova versione di iTunes era compresa una versione light del music store sempre attiva nella parte bassa del programma, questa cambia e consiglia di acquistare cose diverse a seconda di cosa tu stia ascoltando. Subito le proteste. E' ovvio infatti che per fare questo il programma deve inviare alla casa madre informazioni sugli utenti senza chiedere autorizzazioni. Apple ha subito rimediato ed ora chiede l'autorizzazione. Che è molto meglio di quanto abbia saputo fare Sony con la storia del rootkit.
Infine anche il reparto video selling sta decollando. Partito con la messa sul mercato dell'iPod Video ora sta facendo proseliti e giganti come Google si sono adeguati aprendo il loro video store (ma a questo punto si dovrebbe dire media store e basta). Apple chiaramente ha i contratti migliori quelli per le serie come Lost e Desperate Housewives e i contenuti sotto copyright Disney. Ma proprio la Disney (che commercialmente raramente sbaglia (e infatti pare si stia dfinitivamente comprando la Pixar)) ha dichiarato che non le interessa particolarmente iTunes e non si fa limitazioni di piattaforma, dunque tra poco comincerà a dare i propri contenuti anche ad altri stores, che presumibilmente faranno concorrenza agguerrita.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi ci saremo!


gparker ha detto...

Ma se non compri nulla neanche sparato!


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