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26.5.06

Chi di causa ferisce....

A sorpresa TorrentSpy, sito che veicola i piccoli file che servono per prendere parte alla condivisione in P2P con BitTorrent (o programmi simili), ha fatto causa alla MPAA (Motion Picture Association Of America), nota per essere il principale organismo nella lotta alla pirateria e quindi a società e siti come TorrentSpy (che per l'appunto è stato recentemente decnunciato).
Il sito accusa l'associazione di essere pentrato nei suoi server con l'intenzione di manometterli e ottenere prove sulol scambio di file coperti da diritto d'autore. Quelli di TorrentSpy sostengono di avere le prove che la MPAA abbia assoldato er 15.000 un cracker per fare il lavoro sporco...

7 commenti:

gparker ha detto...

Non sono daccordo con il tuo discorso, è come dire: "Io fornisco un servizio: vendo CD copiati" poi sta alla gente scegliere.
E' semmai Braham Cohen che ha fornito uno strumento (il protocollo BitTorrent), ma tu stai utilizzando quello strumento per condividere materiale coperto da copyright, e questo è reato.

Gli isp poi forniscono uno strumento ad un livello talmente basso che sarebbe come incolpare Telecom Italia se qualcuno mi tampina con telefonate minacciose...


Anonimo ha detto...

ha ragione fabio, torrentspy è uno strumento, è l'utente che decide se veicolare materiale coperto da diritto d'autore o materiale copyleft.
poi vabbè, è ovvio che il 90% della roba in share è protetta da copyright, ma ce l'hanno messa gli utenti.


gparker ha detto...

Quello che dite è legislativamente giustissimo infatti il cavillo legale al quale la MPAA si è sempre appellata e tramite il quale ha fatto condannare le società come TorrentSpy, KaaZaa, Morpheus, eDonkey ecc. ecc.
E' l'incitamento alla pirateria, il fatto cioè che queste società promuovessero il loro software neutro per scaricare materiale coperto da copyright.

Comunque in nessuna attività commerciale illegale viene punito più il compratore che il venditore, neanche nel commercio di droga.


Anonimo ha detto...

eh ma il programma non "vende" (e nemmeno regala) file con copyright, al massimo crea un canale in cui ciò sia possibile, ma questo canale non nasce con quell'unico scopo.
(per riprendere la tua metafora dello spaccio il programma è semmai il vicolo buio e riparato, o la discoteca, non lo spacciatore)
capisco la posizione delle case discografiche che non sanno più dove sbattere la testa, ma secondo me l'incitamento alla pirateria non è legalmente dimostrabile.
poi vabbè, non sono un avvocato...


gparker ha detto...

I programmi come KaaZaa non vendono materiale coperto da copyright, ma traggono profitto dallo scambio di materiale coperto da copyright, il concetto è lo stesso. E la prova del fatto che traggano profitto da questo è l'incitamento alla pirateria, difatti làddove questo non c'è non vengono condannati.

La dimostrbilità è presto detta perchè sono stati condannati, il che vuol dire che è stato dimostrato. Solitamente la dimostrazione punta sul fatto che sui siti di questi programmi ci sono spiegazioni, slogan, scritte ecc.ecc. del tipo: "Scarica tutti i film e tutta la musica che vuoi".

Altre volte invece viene provato con controlli del traffico che attraverso questi canali viene scambiato materiale dai diritti riservati e allora la sanzione consiste nell'inibire questo tipo di traffico che è illegale per l'appunto, solo che in molti casi inibire questo traffico equivale a far chiudere un determinato client.


Anonimo ha detto...

"Scarica tutti i film e tutta la musica che vuoi".
uno slogan non molto furbo in effetti...


Anonimo ha detto...

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