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30.11.07

Il Grande Caldo (The Big Heat, 1953)
di Fritz Lang

ANNI LUCE AVANTI!
Il più famoso dei film americani di Fritz Lang è anche uno dei più difficili da vedere, mai mandato in televisione e introvabile nei soliti circuiti.
Pur rimanendo fedelissimo alla sua idea di mondo, quella per la quale in ogni uomo c'è un potenziale assassino che può uscire fuori per casualità, traumi o eventi insignificanti e pieno di riferimenti al grande periodo espressionista (specialmente nella sequenza iniziale, ma anche in tutti i possibili riferimenti al concetto di doppio che sono nel film come volti sfigurati e, ombre e continui specchi (foto di destra e sinistra)), Il Grande Caldo è nel 1953 in totale anticipo sui tempi, l'ultimo dei noir e il primo dei polizieschi moderni.

Arrivato ad un livello di maestria altissimo Lang riesce a dipingere un mondo finemente noiristico nonostante l'assenza dei suoi caratteri fissi e della perdizione sessuale, ma anzi basando tutto il meccanismo su "sani valori" quali una tenera famiglia e l'amore per la moglie.
Il sergente Bannon interpretato da Glenn Ford, diventa quindi l'ennesimo omicida per esigenza, l'ultimo di una lunga serie di disperati che si aggirano in un mondo di criminali ma il primo poliziotto a combatterli con i loro stessi mezzi, il primo dai modi spicci e dall'etica dubbia, pronto a tutto per raggiungere il suo scopo, non tralasciando chiaramente la violenza.
Sempre in epoca di codice Hayes, la violenza non è mai esibita ma incredibilmente presente, l'eroe non può essere un malvivente esso stesso ma incredibilmente ambiguo. Pieno di vincoli e con mille divieti, come si conviene ai grandi, Lang gira un capolavoro di inventiva nel quale riesce anche ad inserire riferimenti piccanti alla vita sessuale della coppia di coniugi.
Oltre poi al classico stile di regia langhiano fatto di movimenti sempre presenti anche se essenziali, fotografia mai in primo piano e dialoghi asciuttissimi, Il Grande Caldo propone al meglio anche la caratteristica calma nell'incidere che è la cifra del Lang americano.

3 commenti:

Mariolone ha detto...

perchè dici "introvabile nei soliti circuiti." sul mulo due secondi zac preso


gparker ha detto...

Il mulo non lo considero.
E' solo per le emergenze.


Anonimo ha detto...

Che coincidenza, l'ho visto per la prima volta un mesetto fa sull'onda di "Il grande sonno". Davvero un gran film.


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