Lo dichiaro subito: non ho mai visto un episodio di Sex & The City in vita mia. Per questo motivo da un lato sono la persona magari meno indicata per parlare del film tratto dalla serie (anzi che la chiude) ma da un altro sono come lo spettatore che vede l’adattamento di un grande romanzo senza averlo mai letto. Non farà confronti e lo giudicherà unicamente per come rende sullo schermo. E Sex & The City rende bene.
Il film, come la serie, è per forza di cose molto indirizzato ad un pubblico femminile, per intenderci mi sono sfuggite le motivazioni logiche di moltissime decisioni prese dai personaggi ma le ho accettate di buon grado come parte del “mood”. Questo è Sex & The City, prendere o lasciare, e se vuoi vedere il film questi sono i presupposti. Così ho accettato di buon grado uomini che si comportano come donne e donne che si comportano come donne che fanno gli uomini della situazione, allo stesso modo di come ho accettato l’empatia verso personaggi che girano vestiti come quelli che nella vita reale solitamente vengono indicati ridendo.
Partendo da questo Sex & The City è molto carino, indubbiamente divertente e insolitamente lungo, dove insolitamente lungo non significa “molto noioso” ma proprio lungo di durata (due ore e mezza). Un tempo in cui gli ottimi sceneggiatori hanno modo di dispiegare una grandissima quantità di temi evitando tutte le strutture fisse e i clichè delle commedie romantiche (perchè alla fine quello è il genere). Due ore e mezza che non sempre scorrono rapide ma che sono utilizzate molto bene raccontando una storia complessa e dove ogni svolta è ponderata e trattata a fondo e dove non si segue l’andamento canonico (incontro-innamoramento-scontro-riconciliazione) ma una sua variazione più interessante e che rende i colpi di scena più convincenti.
Non nego poi di essere rimasto affascinato da come viene dipinto un ambiente e uno stile di vita impensabile per il 97% delle persone sul pianeta, dall’arguzia e dall’intelligenza con cui è rappresentato quel segmento della popolazione che non vede di buon occhio i meno abbienti (specialmente se non caucasici) che non frequenta le zone meno alte di Manhattan e che trova vero piacere unicamente nell’acquisto (e da quel che ho saputo la serie in questo inizialmente era anche più estrema). Inoltre apprezzo molto come la serie sia indubbiamente dalla parte dei propri personaggi, senza nascondersi dietro i perbenismi e non avendo alcun timore di ridicolizzare con una punta di ironico disprezzo snob gli attivisti per i diritti degli animali che spruzzano di sangue le protagoniste impellicciate all’uscita da una sfilata.
Sex & The City è girato e mostrato con la medesima intelligente arroganza delle protagoniste che sanno cosa vogliono, che stile di vita vogliono fare e lo fanno, ma non per questo poi non sono personaggi altamente empatici, e questa volontà di rifuggire i più comuni luoghi comuni del perbenismo (abbracciandone comunque molti altri ma più appartenenti al dramma ottocentesco) a favore di personaggi più cinici e autentici pur se rappresentativi di una minuscola minoranza mi ha conquistato.
Anche gli esponenti della cupola mafiosa italoamericana del resto sono pochi e fanno uno stile di vita molto lontano dal mio che non desidero e non ammiro, ma lo stesso mi appassiono alle loro vicende quando li vedo rappresentati al cinema con coerenza e maestria senza falsi perbenismi.
Il film, come la serie, è per forza di cose molto indirizzato ad un pubblico femminile, per intenderci mi sono sfuggite le motivazioni logiche di moltissime decisioni prese dai personaggi ma le ho accettate di buon grado come parte del “mood”. Questo è Sex & The City, prendere o lasciare, e se vuoi vedere il film questi sono i presupposti. Così ho accettato di buon grado uomini che si comportano come donne e donne che si comportano come donne che fanno gli uomini della situazione, allo stesso modo di come ho accettato l’empatia verso personaggi che girano vestiti come quelli che nella vita reale solitamente vengono indicati ridendo.
Partendo da questo Sex & The City è molto carino, indubbiamente divertente e insolitamente lungo, dove insolitamente lungo non significa “molto noioso” ma proprio lungo di durata (due ore e mezza). Un tempo in cui gli ottimi sceneggiatori hanno modo di dispiegare una grandissima quantità di temi evitando tutte le strutture fisse e i clichè delle commedie romantiche (perchè alla fine quello è il genere). Due ore e mezza che non sempre scorrono rapide ma che sono utilizzate molto bene raccontando una storia complessa e dove ogni svolta è ponderata e trattata a fondo e dove non si segue l’andamento canonico (incontro-innamoramento-scontro-riconciliazione) ma una sua variazione più interessante e che rende i colpi di scena più convincenti.
La troupe è in gran parte quella della serie, specialmente il regista/sceneggiatore Michael Patrick King, responsabile della stragrande maggioranza degli episodi della serie TV, al pari del direttore della fotografia e ovviamente dei produttori (tra i quali c’è anche la protagonista Sarah Jessica Parker), questo è una garanzia nei termini di aderenza dei personaggi. Quello che poi succede è un’ovvia variazione ed evoluzione dei temi trattati.
Non nego poi di essere rimasto affascinato da come viene dipinto un ambiente e uno stile di vita impensabile per il 97% delle persone sul pianeta, dall’arguzia e dall’intelligenza con cui è rappresentato quel segmento della popolazione che non vede di buon occhio i meno abbienti (specialmente se non caucasici) che non frequenta le zone meno alte di Manhattan e che trova vero piacere unicamente nell’acquisto (e da quel che ho saputo la serie in questo inizialmente era anche più estrema). Inoltre apprezzo molto come la serie sia indubbiamente dalla parte dei propri personaggi, senza nascondersi dietro i perbenismi e non avendo alcun timore di ridicolizzare con una punta di ironico disprezzo snob gli attivisti per i diritti degli animali che spruzzano di sangue le protagoniste impellicciate all’uscita da una sfilata.
Sex & The City è girato e mostrato con la medesima intelligente arroganza delle protagoniste che sanno cosa vogliono, che stile di vita vogliono fare e lo fanno, ma non per questo poi non sono personaggi altamente empatici, e questa volontà di rifuggire i più comuni luoghi comuni del perbenismo (abbracciandone comunque molti altri ma più appartenenti al dramma ottocentesco) a favore di personaggi più cinici e autentici pur se rappresentativi di una minuscola minoranza mi ha conquistato.
Anche gli esponenti della cupola mafiosa italoamericana del resto sono pochi e fanno uno stile di vita molto lontano dal mio che non desidero e non ammiro, ma lo stesso mi appassiono alle loro vicende quando li vedo rappresentati al cinema con coerenza e maestria senza falsi perbenismi.
28 commenti:
Pensa che io invece me le sono dovute vedere tutte le puntate.....per una strana legge di compensazione...ogni puntata di the shield - 2 puntate di sex and the city...ti dirò,addirittura io trovavo la serie superficiale e appunto estrema per i temi che tratta...e per come li tratta...inoltre ho scoperto che ci sono donne che pagano 400-500 dollari delle maledettissime scarpe
Si veramente estrema, ma almeno il film, la serie non so, ha un modo di raccontare e mostrare raffinatissimo e molto colto nonostante i temi trattati.
A tutti i nostri cari lettori ci tengo a dire che noi non siamo gay.
Ne io ne parker ne nessuno del giro di questo blog, di quelli che si conoscono direttamente.
Sono precisazioni da fare dopo un post simile.
grazie.
rischiavo di essermi messo al riparo per anni dalle accuse di omofobia che arrivano a me a causa dei commenti del blog.
allora. punto uno: smetterò di andare alle anteprime perché tanto mi basta leggere le tue recensioni (anche questa è perfetta e quando le proiezioni sono in sync Roma/Milano è ancora più divertente); punto due: sei pronto per una maratona delle sei stagioni in dvd. ti adoro!;)
mmmmmhh...conto le ore...-48 circa...
Queste quattro dee affascinano chiunque! Non avevo dubbi sulla riuscita di questa trasposizione cinematografica, basti pensare che la serie già è tratta da un romanzo!
Cavallo vincente non si cambia!
Soprattutto hanno giustamente lasciato intatto il team creativo.
superbimba: la stessa idea l'hanno avuta molti uffici stampa, dalla prossima settimana io vedo il film e poi in un cinema salgo sul palco e lo spiego agli altri con battute e mimando le scene migliori.
Ah!come starebbe bene il cofanetto delle sei stagioni...là... su quella mensola...tra quello di Lost e la Bibbia... :)
ti arrivano accuse di omofobia?
Dove? e io dove stavo quando ti accusavano? Ma soprattutto, perchè non accusano ME?
"Massimo rispetto per i gay. L'importante è non essere froci nel cervello."
Pino Scotto
E' capitato più volte
se non sbaglio nei post su mysterious skin e shortbus
Sul serio è capitato?
Mi sembrava una facezia.
Ah, si shortbus me lo ricordo, ma li non era per i commenti...
Se non sbaglio dicesti che il film faceva schifo, e alcuni lettori si incavolarono dandoti del bigotto.
Mi spiace li io non c'entro nulla...
Si è capitato parecchie volte.
Frankie ancora una volta vedo che non leggi, le cose erano cominciate per il post e poi si erano spostate sui commenti. Poi è ovvio che chiunque giudichi me per i commenti di altri o non conosce il concetto di blog o è cretino, in questo la mia affermazione era scherzosa, nel senso che ognuno scrive quello che vuole e di certo non ne sono responsabile io.
Ma citavo quell'episodio lì.
E vero dimenticavo alcuni commenti...
A me la serie televisiva irritava non poco. C'ho sempre trovato un certo bigottismo di fondo, solo mascherato da una scioltezza maggiore nel parlar di sesso e sicuramente da una buona costruzione dei simpatici personaggi.
Ma la cosa più incredibile è che a me non piace nonostante io sia gay.
In compenso oggi mi andrò a rivedere per la terza volta il film di Garrone.
Al mondo non ci sono più certezze:)
Si davvero.
Si è rivoltato il mondo!
Devo dire che il bigottismo io non l'ho visto, calcolando che sono pur sempre americani e che non potranno mai comportarsi come svedesi.
a me le accuse di omofobia piovono addossocontinuamente....non senza motivo direi...cmq se ti interessa il cofanetto completo...aimhè lo possiedo...nella versione tutta rosa con trucchi annessi
Il cofanetto completo è anche un po' troppo. Più che altro attendo che tu venga trascinato a vederlo al cinema.
è già in agenda purtroppo
Vedrai che è meno peggio di quanto ti aspetti.
Cavolo, non ho commenti da fare..
Cioè la serie non mi piaceva, proprio per come era scritta (o non scritta).
Però il film non l'ho visto, però il mio amicherrimo gparker mi informa che il team creativo non è cambiato.
Quindi per la proprietà transitiva delle serie televisive, non andrò a vedere il film.
In quanto all'omofobia, beh, non posso fare a meno di citare una massima massima:
"Son tutti froci col culo degli altri".
Bon.
Ah il tuo blog è razzista nei confronti dei Sonari. Tu odi la Sony, si sappia.
Nel confronto dei Sonar!
sonofobo
Se tu avessi seguito la serie televisiva avresti apprezzato molto meno questo polpettone interminabile. Lo specifico televisivo, la durata breve è essenziale.Qui tutto è edulcorato e il brodo è allungato con acqua calda.Si parla troppo di amore e meno di sesso e le battute al vetriolo sono sparite.
Si più persone mi hanno detto che la serie era più sagace, ma appunto ho precisato di essere spettatore vergine e cmq il fascino mi ha conquistato lo stesso...
P.S.visto che si è riaperta la questione dopo piu di un anno sono andato a rileggermi i commenti; sulla qualità artistica di shortbus avevi ragione da vendere.Alcuni commentatori pero' erano davvero pesanti e superficiali, e hanno finito per danneggiare la tua idea.
Si alla fine è il prezzo della contestualizzazione.
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