Con qualche sceneggiatore in prestito dalla fucina Fandango (che infatti produce) e qualcuno dal team di Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati mette in piedi il suo script più vivace, divertente e autenticamente malinconico. In più questa volta la scelta che spesso appare scontata di avere Silvio Orlando come protagonista è davvero un'idea di casting azzeccata e giusta.
Sebbene si racconti ancora di un regista in crisi, questa volta l'idea di narrare con umorismo contagioso e intelligente la discesa all'inferno di un uomo una volta di successo che, confinato in provincia, si trova costretto a dirigere la rappresentazione della passione di Cristo per la processione del Venerdì santo, trova un piega particolarmente audace.
Questo perchè il regista interpretato da Orlando finisce davvero in un incubo personale nel quale da una parte cerca di evitare di finire in galera (è per questo che dovrà dirigere la processione) e dall'altra di salvare la sua carriera (contemporaneamente dovrebbe essere a Roma a stringere un contratto importante per il suo primo film dopo 5 anni di silenzio), finendo unicamente per essere sempre più disilluso e disperato.
La cosa migliore è che la provincia non sembra per nulla quell'alveo salvifico che spesso si mostra sullo schermo, anzi è il gorgo malefico che imprigiona, nel quale non prendono i telefoni cellulari, tutti sono meschini e piccoli e un regista di successo è costretto ad inchinarsi letteralmente di fronte all'arrogante star della tv regionale (un amgnifico Guzzanti, ma perchè non fa mai il caratterista??).
Peccato davvero che il film perda tutto (ma proprio tutto!) nel finale, chiudendo nel peggiore dei modi (sia contenutistico che formale) quello che poteva essere un film interessante davvero e riportando lo spettatore, a quel punto speranzoso, alla dura realtà.
6 commenti:
Mi aspetto molto da questo film.
valerio
Mazzacurati mai cosi vivace. Ma nonostante questo e nonostante il divertente gioco delle citazioni, il film non mi ha convinto, alla fine è sempre la metafora dell'impotenza dell'intellettuale, gia visto !
si tutto vero, il ripetersi del solito tema è fastidioso stavolta però il personaggio era trattato con maggiore meschinità, non era salvato, almeno fino alla fine e con un po' più di coraggio nel condannarlo forse il film ci guadagnava
guzzanti regna!
Piacevole! Ogni tanto film così riconciliano con la commedia italiana.
peccato per quel finale che rovina un po' tutto
Posta un commento