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6.9.16

La Region Salvaje (id., 2016)
di Amat Escalante

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
CONCORSO
Nel Messico profondo una donna è posseduta sessualmente da un serpente che forse è qualcosa di più. Ma non è il momento di occuparsene, perchè La Region Salvaje fa una delle sue moltissime sterzate verso altri ambiti della storia di un uomo e una donna, genitori di due bambini piccoli in un luogo di provincia abbastanza piccino, bigotto e conservatore. Che sia conservatore lo capiamo perchè il fratello di lei, gay, non è ben visto dal marito. A squassare tutto invece arriva un'altra donna, con un passato strano e conoscenze ancora più particolari. Non sembra ma è tutta una storia di sesso, di repressione e liberazione.

A farlo intuire è la prima scena che coinvolge marito e moglie protagonisti, un triste amplesso a letto. L’amplesso che è tale solo per lui, voglioso di giungere al proprio piacere senza badare troppo a lei, che ferma, rassegnata e di spalle subisce guardando impassibile in camera. Non le fa giustizia questa prima scena perché poi nel corso del film la protagonista si dimostrerà più combattiva e avrà un buon numero di rivincite, incluso un comico incidente con la pistola. Eppure a fronte di tutto questo il film di Escalante, pieno di luoghi straordinari, evocativi e squallidi quando serve, è più un fan service per chi invoca la liberazione sessuale dal bigottismo, che un vero film che afferma di sentire quest'esigenza.

La differenza la fa il presupposto da cui sembra partire, ovvero che siamo tutti daccordo, che spettatori e autore abbiano le medesime idee. La Region Salvaje parla, sebbene con raffinatezza, a chi presuppone allineato, non ha la forza delle idee ma la povertà della propaganda. Peccato, perché non ci sono dubbi che la maniera in cui inserisce il grande amplesso extraterrestre nel centro di un film che per il resto è estremamete realista, sia una gran trovata.

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