Se dovessimo considerare Ultras solo come un film non sarebbe eccezionale. È molto corretto, girato con cura e pensato con altrettanta perizia, ma è privo di personalità, parla una lingua che ha inventato qualcun altro e anche imitando non riesce a trovare un suo vero contenuto. La storia di un capo ultras diffidato e quindi del suo gruppo di riferimento in un momento di transizione, in cui stanno arrivando i giovani con le loro richieste e la loro voglia di potere ma anche in cui lo stesso capo vorrebbe passare ad un’altra vita più regolare e tranquilla (se non fosse che l’attrazione del branco e della violenza è così rassicurante e magnetica), è una storia di marginalità e uscita dal gorgo come altre. Non è l’orgia di ingiustizia, cameratismo e senso malato di compagine che era ACAB di Sollima (che raccontava l’altro lato della barricata, i poliziotti, ma in modi non diversi), è una cronaca di vita in periferia con un po’ di dinamiche di tifoseria.
Se però lo si intende come un tassello di un mosaico più grande (il racconto di come è cambiata la periferia campana, intorno a quali modelli e su quali direttrici), Ultras è un altro passo dell’allargamento della mitologia napoletana contemporanea. È evidente che tutto quel che crea visivamente lo deve a Gomorra (film e serie), che la visione che riesce a dare è mutuata da lì non solo nelle dinamiche quasi shakespeariane di potere, in cui capi sono come re con eredi e consiglieri che tramano, rispettati e riveriti ma anche in dovere di essere sempre all’altezza di quel potere, ma pure l’estetica e l’uso degli scenari vengono da lì. Lettieri, in precedenza regista dei videoclip di Liberato (che qui fornisce parte delle musiche), trova luoghi, posti, scorci, palazzi, cortili e ambientazioni notturne (dalla fotografia identica al proprio modello) che allargano l’idea di estetica napoletana dei nostri anni e promuovono l’idea che questo è e rimane cinema di ambienti. Non è la storia a contare ma i posti.
Nei film di tifoseria il calcio è sempre un pretesto, in questo la stessa tifoseria stessa è un pretesto. Il fine dell’aggregazione dei personaggi potrebbe essere il traffico di droga e non cambierebbe molto, l’importante sono sempre i tagli di capelli, il fisico di Aniello Arena (così grosso e attempato evidenziato dall’abbigliamento), sono i tatuaggi e le sopracciglia curate dei più giovani, il volto spento di Antonia Truppo e le sue occupazioni. È l’estetica che mescola il look ripreso dal rap e quello della televisione in un iperrealismo che non conosciamo se non per Gomorra e che qui si espande a macchia d’olio.
Se Roma è sempre stata il setting naturale del cinema italiano (per ragioni produttive più che altro), Napoli lo è diventato dal 2008 in poi. Ma invece che abbeverarsi alla fonte di un immaginario usurato fatto di mitologia, paganesimo, esoterismo folkloristico o ancora bassi e tradizioni culinarie, Ultras si concentra sulle nuove periferie e prolunga il nuovo immaginario di quella zona.
Lettieri aderisce in pieno a quel mondo che incrocia fatti concreti e personalità reali ma le filtra attraverso stili e scelte visive che ha visto al cinema e in tv, sceglie di lavorare in continuità con le altre rappresentazioni di quei luoghi e quelle dinamiche. Alla fine ci riesce, il film in sé ci perde ma un’idea più grande di racconto del nostro tempo ci guadagna.
Post più popolari
-
Incurante della piena del Tevere telefono al Cinema Farnese (discretamente vicino al fiume) per sapere se la proiezione delle 20.30 si svolg...
-
Come alcuni avranno notato in alto a sinistra è comparso il piccolo logo "Nominato ai Macchianera Blog Awards", si tratta di una d...
-
GIFFONI FILM FESTIVAL CONCORSO (+16) Uccidono, urlano, marciano, conquistano e violentano. Hanno tra gli 8 e i 17 anni, sono i ragazzi solda...
-
POSTATO SU Parlo di questo film solo come pretesto per pronunciarmi contro il cinema sull'olocausto. C'è infatti un problema con i...
-
Giusto per dire, ora che è passato un po', che io sono per il carcere. Che poi lo dico con le lacrime agli occhi, ma non posso passare s...
-
POSTATO SU E' noto a chi frequenta questo blog il mio muccinismo, la mia incondizionata adesione a quel modo di fare film, di mettere i...
-
POSTATO SU L'idea non era niente male, quella cioè di guardare cose facilissime da giudicare senza giudicarle. Raccontare delle disavve...
-
Doomsday praticamente sarebbe 28 Giorni Dopo che incontra Fuga Da New York, che incontra Mad Max che incontra L'Armata Delle Tenebre. U...
-
E così niente oscar per Gomorra ... E nonostante l'anno scorso l'Accademy abbia fatto ammissione di colpa per non aver incluso nel...
-
POSTATO SU La verità è che certi film non andrebbero recensiti, come non si recensiscono certi libri. Che senso ha fare la recensione del l...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento