A testimonianza di quanto vecchi schemi e vecchie cornici interpretative reggano poco di fronte alle dinamiche dei video in rete, quello che sta accadendo ora in Italia mostra due mondi solitamente inconciliabili e autoescludenti che convivono e si contaminano.
Il primo è quello autarchico, selvaggio, personale e non strutturato delle mille idee, webserie o anche solo video realizzati da non professionisti (con risultati che oscillano tra il pregevole e il folgorante); il secondo è quello incasellato, ripetitivo e conciliato delle branded series, ovvero delle produzioni sponsorizzate da grandi marchi, fatte ad uso e consumo degli stessi brand e concepite all'interno di campagne marketing.
Il massimo del costruito accanto al massimo dello spontaneo.
Un esempio perfetto della maniera in cui l'industria stia cavalcando i canali di comunicazione del video in rete lo fornisce la sortita di Control (quelli dei preservativi) su YouTube. Attraverso il proprio canale ControlFeelMakeFeel la società ha creato diverse filiazioni audiovisive della campagna Stop Ego, tutte improntate a ricalcare modalità di esposizione di comprovato successo sul Tubo, senza però centrare mai i presupposti di spontaneità (reale o simulata che sia) che caratterizzano il mezzo.
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