C'è poco che questo film possa aggiungere al filone degli esorcismi, se non il fatto di venire a sporcarsi le mani qui in Italia. Contrariamente a molti altri suoi omologhi, L'altra faccia del diavolo tenta di mettere paura con gli esorcismi tanto quanto con il mistero delle alte sfere vaticane, assenti di fatto ma continuamente evocate. Alle camere da letto alterna le riprese di S. Pietro, ai demoni evocati i cardinali temuti.
Prendendo il canovaccio classico dei preti e laici alle prese con l'espianto del diavolo dal corpo delle vittime, mischiandolo con il genere del "found footage" (i film in cui si finge che tutto sia stato realmente filmato da una videocamera e poi ritrovato) William Brent Bell decide che la componente necessaria all'amalgama dei due ingredienti sono le vere location italiane. L'idea è ragionevole, se la forza della messa in scena deve stare nel suo (improbabile ma necessario) realismo, allora i luoghi in cui gli attori si muovono sono determinanti.
A fronte di tanta ragionevolezza però L'altra faccia del diavolo è più o meno come vi potete aspettare. Un film con molti botti e poca atmosfera, qualche trovata (la posseduta annodata che si "srotola") e molto saccheggio da altri film. E il problema con gli horror è che trovate non originali sono prevedibili (e dunque non spaventose).
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