Non è ben chiaro a chi sia rivolto Una Spia non basta. Non si capisce se si tratti di una variazione un po' più action di una commedia sentimentale, in cui due superuomini si litigano un'ordinaria donna, o se si tratti di un tentativo di portare in sala a vedere un film a tratti romanticone anche il pubblico maschile. Di certo quello che porta a casa è il risultato di millantare senza concludere.
Tutto il film si basa sull'assunto di due agenti segreti della CIA che scoprono di stare uscendo con la medesima ragazza, da quel punto in poi si fanno la guerra alle spalle di lei, per conquistarla.
La sua vera identità il film la rivela a metà durata, quando i rituali di conquista sono in fase avanzata e mentre uno dei due agenti riesce a concludere con lei, l'altro, per una serie impossibile di sfortune, accidenti e bastoni messi fra le ruote non ci riuscirà. Il fatto che sebbene stia uscendo con due uomini la protagonista non vada fino in fondo con entrambi (come accadrebbe nella realtà), spiana la strada alla conciliazione finale e alla rivelazione di una vera storia d'amore al femminile, implicitamente affermando l'impossibilità di avere un'autentica storia, anche carnale, con due uomini per una protagonista.
Non a caso da quel momento in poi la piega volge verso il più sereno e acquietante dei finali, quello cioè in cui tutti finiscono accoppiati a qualcuno o qualcosa. Qualsiasi cosa, purchè si sia in due.
L'assurdo è allora che un simile film sia affidato ad un regista come McG, tanto rumoroso quanto vuoto, privo anche della giusta qualità e raffinatezza di rumore di un Michael Bay, con il risultato di una sproporzione evidente tra l'agitazione delle parti e la loro sostanza.
Una spia non basta poteva anche essere una variazione interessante sui temi già messi sul piatto a suo tempo da True Lies o Mr. e Mrs. Smith, cioè l'inconoscibilità dell'altro, ma in questa maniera è solo un modo di mettere in scena la coolness dell'essere agente segreto e l'estetica del migliore al cinema.
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