C'è una cosa che mi affascina dei film brutti, ma brutti oltre ogni possibilità di salvezza e oltre ogni decenza, che si rivelano tali dopo meno di un minuto.
Così è anche per Il richiamo, che dopo aver inquadrato un po' di polli attaccati ai rulli e ai macchinari che li mandano al macello, passa ad un gruppo di donne che lavorano ai suddetti macchinari e in tre battute (recitate e doppiate malissimo) chiarisce il suo statuto. E non è semplice perdere tutta la disponibilità e la fiducia del tuo pubblico con quattro scambi di battute, subito.
Il resto del film ingrandisce, ribadisce, reitera e continua quel lavoro fatto all'inizio, cioè la proposizione di un immaginario a modo suo anche originale fatto di estero (più che altro Argentina) e scenari inusuali, in cui si muovono alcuni tra i peggiori personaggi mai scritti, intenti ai più alti voli pindarici mentre le loro vite crollano in un misto di lavori popolari e istanze di libertà.
C'è tutto in Il Richiamo, specie la volontà di disegnare con la vaghezza espressiva dei capolavori un universo simbolico molto terra terra e banale, che è sì vago a sufficienza come si vorrebbe, per far in modo che nella sua indeterminatezza si possano cogliere le idee più alte, ma poi è totalmente incapace di generare tali idee con il suo racconto o il suo solo svolgersi. Il risultato è il regno dell'implausibilità e dei caratteri estremi.
Insomma Il richiamo è un film che vorrebbe essere il massimo ma non ci riesce, e si distingue dalla massa per l'ingenuità con la quale fallisce il suo obiettivo, l'incoscienza con la quale viene portato avanti nonostante la palese inadeguatezza e l'incredibile noia che una storia pur condita di svolte narrative riesce a generare. A modo suo magistrale, peccato non riesca mai ad essere davvero involontariamente comico.
Con incredibile prontezza di riflessi Antar nei commenti linka la clip su youtube dei primi 15 minuti del film. Purtroppo non è doppiata come quella da me vista (che uscirà in sala), il che gli leva un po' dello straniante e del falso, ma l'assurdità c'è ancora tutta. Enjoy
9 commenti:
Parola per parola.
Non credevo.
E invece...
Nel senso che non credevo che l'inizio potesse davvero essere come lo hai descritto.
[E invece]
incredibile che ci sia! Ora aggiorno subito
ma perché lei signor Niola si diverte così tanto a parlare male del lavoro altrui, perché? aspettiamo con ansia una sua opera prima, non vediamo l'ora di essere stupiti. Recensire un'opera è giusto, ma gettare ..... sulla gente... no.
Mi fa sempre ridere questa storia del "vediamo la sua di opera prima". Io non faccio quel lavoro, ne faccio un altro, io non guardo i film da collega ma da critico. Che è diverso.
E non mi diverto a parlar male, cerco di far divertire e non annoiare. Se ti sei annoiato ci sono altre persone che scrivono meglio di me. Leggi quelle.
Io credo che se si spendono risorse (già di per sè scarse) per fare un film e si chiede a una persona di dedicare due ore del suo tempo a guardare il suddetto bisogna essere in grado di accettare tutte le critiche, anche quelle che sembrano "cattive".
Il problema vero, secondo me, sono le critiche non argomentate ma non mi pare sia questo il caso ...
Ah, e comunque a me la recensione del blog e i sapidi scambi di battute mi hanno fatto venir voglia di vederlo, questo famoso film!!
Flavia.
Chi può fa; chi non può, insegna.
G.B. Shaw
"...chi non insegna, insegna ginnastica"
Easy Girl
oh finalmente un hater! dai gp, che fa curriculum. :-)
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