Voluto molto dai suoi due protagonisti, Jean Dujardin e Gilles Lellouche, questo film ad episodi dovrebbe essere il viatico per promuoverne la carriera. In teoria nascerebbe prima di The artist e del successo planetario di Dujardin, ma qualora anche fosse stato completato o avesse avuto il via libera dopo il film muto non perde la sua funzione. I due attori sono protagonisti di poco meno di una decina di episodi centrati sul concetto di infedeltà nei quali cambiano toni, voce, accento, maschere, costumi e personaggi. Uno showcase di capacità attoriali che nel caso di Dujardin si confermano superiori alla media, mentre nel caso di Lellouche si confermano nella media.
Il problema del film semmai è la sua eterogeneità mal sfruttata. Ci sono 7 registi diversi ma non si sente mai la diversità di tocco nè questa è mai usata per arricchire di punti di vista o sfumature le varie storie. Il tono e la morale sono sempre gli stessi (il tradimento è segno di debolezza reso ancor più ridicolo dal machismo che lo accompagna) e rendono esplicito il target della pellicola. Insomma 7 declinazioni identiche di un medesimo tema.
Non sempre si ride, molto spesso si rimane contriti dalla tristezza, ogni tanto si sbadiglia. I cortometraggi sono privi di idee devastanti e, se si esclude "La domanda" che pur nella sua banalità ha un andamento interno dinamico e interessante, sono sostanzialmente piatti.
Che il calco siano le commedie italiane ad episodi è evidente dal trasformismo e dalle trame dei diversi episodi. Quella più d'azione, quella con i montaggi ad ellissi, quella molto dialogata tra i due protagonisti e quella d'interno tra due amanti, quella con il retrogusto amaro e quella sfigata. Il motivo per il quale Gli infedeli non funziona come le commedie cui vorrebbe fare riferimento è l'incapacità di generare figure o microstorie davvero emblematiche, cioè l'incapacità di fare una o più affermazioni sul tema trattato attraverso i personaggi.
Gli infedeli è un film che si dimentica talmente in fretta che ho faticato a ricordarmene per questa recensione. E l'ho visto l'altroieri.
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