FUORI CONCORSO
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2012
Hortense è il cognome di un potente funzionario dell'immigrazione che il protagonista ha promesso di raggiungere (tramite suo padre, anch'egli molto ben inserito all'interno del palazzo governativo) per aiutare l'amica di un'amica, straniera illegale, a rimanere in Francia. Peccato che prima il padre poi lo stesso Hortense non siano così facili da avvicinare e che in mezzo ci si metta una crisi coniugale e una ragazza le cui intenzioni sono poco chiare.
Commediola rapida dall'umorismo poco convenzionale ma non sempre efficace, Cherchez Hortense prende il tema dell'immigrazione e la distanza tra stato a cittadini alla lettera, mettendo in scena l'impossibilità di trattare, parlare, agire e fare qualcosa, anche tramite sotterfugio. Al centro lascia agire un uomo qualsiasi, mediamente fanfarone, con moglie regista teatrale e figlio arguto con occhiali.
Sebbene sia innegabile che Bonitzer vanti una scrittura fluida e una capacità di raccontare i sentimenti molto peculiare, tutta ellissi e lentissima costruzione fuoricampo (ma che efficacia!), è anche è impossibile non notare come Cherchez Hortense manchi regolarmente l'appuntamento con le aspirazioni, rimanendo sempre quel che vorrebbe solo fingere di essere: un filmetto.
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