Resoconto dell'incontro all'Auditorium di Roma con David Lynch.
C'era il pubblico delle grandi occasioni all'ennesimo incontro "Viaggio Nel Cinema Americano" organizzato da Antonio Monda e Mario Sesti, c'era veramente il tutto esaurito, oltre i posti consentiti. Un po' per l'infelice collocazione (una sala più piccola del solito), un po' perchè David Lynch è un regista molto di moda, un po' perchè un incontro con David Lynch in effetti è proprio un evento.
E' difficile riassumere quello che è successo, perciò procederò acronologicamente (pretendere pure che mi ricordi le cose nell'ordine in cui sono avvenute mi sembra troppo) segnalando le cose pià interessanti avvenute.
Il personaggio
Che reciti un ruolo o sia se stesso poco importa, mi sembra ragionevole cmq che Lynch si mostri stralunato, lento e dissonante come i suoi film tipici. Così il buon David risponde solo alle domande che gli pare, divaga di continuo, svicola come può e si comporta da artistone. Racconta episodi ameni come quando ha rasato a zero un topo per vedere quanto fosse bello "E lo era davvero!". Cincischia con il pubblico e si lamenta perchè l'audio della sala è indeguato "A questo punto è meglio il mono, quello viene fuori da dietro lo schermo assieme al film, ti tiene dentro il film non ti porta fuori!".
I progetti
Le domande più interessanti sono state senza dubbio quelle extra-filmiche mirate a chiarire alcuni aspetti che stanno a monte della realizzazione dei suoi film, da come li scriva a dove trovi soldi. Lynch ha raccontato che non sapendo (ma io direi non volendo) scrivere a macchina ha una stenografa che scrive tutto quello che lui detta, improvvisa, recita "una donna con cui mi trovo molto a mio agio", dunque molte cose dei suoi film escono da sue improvvisazioni mentre detta, il tutto era partito dalla proiezione della sequenza del cowboy di Mulholland Drive.
Altro nodo cruciale è la produzione dei suoi film, ha detto di non trovarsi molto bene con i produttori di hollywood (ma direi che è più il contrario), e di aver avuto un pessimo rapporto con De Laurentiis (e non ha tutti i torti perchè la lavorazione di Dune fu un inferno), ma il punto è che al momento nessuno gli produce un film. Una Storia Vera è stato fatto con soldi europei e Mulholland Drive doveva essere una serie televisiva che però non ha mai preso il via, eppure, fa notare sagacemente Antonio Monda, altri cineasti particolari, non commerciali come PT Anderson, Wes Anderson, Alexander Payne (io non ce lo avrei messo) e Sofia Coppola sono sponsorizzati dagli studios (un po' infelice il riferimento a Sofia "figlia di Francis Ford" Coppola). Lynch ha molto semplicemente chiarito che il problema è uno solo il "final cut" che la traduttrice non ha saputo tradurre, cioè l'ultima parola sul montaggio del regista, lui non vuole averla se no non fa il film e siccome gli studios la danno solo a chi incassa, lui non ce l'ha. Equazione semplice.
Le proiezioni
Devo dire belle e azzeccate le sequenze proiettate e poi commentate dal regista. Su tutte hanno proprio stravinto quella di Strade Perdute dell'ubiqua telefonata a casa (al termine della quale è scattato un applauso con urla e fischi tipo stadio) ma soprattutto la più bella in assoluto di The Elephant Man, quella in cui Anthony Hopkins vede per la prima volta l'uomo elefante.
E' stata poi mandata la sequenza scelta da Lynch stesso (che poi si è scoperto scelta in una serie di 10 propostegli da Monda) che era quella di Cuore Selvaggio in cui Nicholas Cage è sul letto con Laura Dern che si fa le unghie e poi vanno in discoteca dove dopo aver fatto a botte canta un pezzo di Elvis.
L'incontro
Momento altamente commovente quello in cui, nel mezzo delle domande dal pubblico il microfono viene passato ad Enrico Ghezzi. Semplicemente fantastico. Purtroppo nonostante mi fossi impegnato e ripromesso di prestare la massima attenzione alla domanda non ci sono riuscito, verso metà dell'interminabile monologo che Ghezzi ha definito "domanda" mi sono distratto e ho cominciato a pensare ad altro, quindi non so dire che gli abbia chiesto. In compenso mi sono distratto anche alla risposta-fiume di Lynch. Subito daccordo quei due....
Apprezzatissimo da tutti (tranne che Lynch ovviamente) il mega applauso arrivato alla fine della domanda di Ghezzi; il suo essere disconnessamente fuori sincrono nella vita come in televisione, il suo essere ragionevolissimamente il medesimo personaggio che interpreta a Fuori Orario, il fatto di essere una vera e propria bandiera della coerenza riscuotono GIUSTAMENTE un successo incredibile, quell'applauso è stato una cosa da grande star.
C'era il pubblico delle grandi occasioni all'ennesimo incontro "Viaggio Nel Cinema Americano" organizzato da Antonio Monda e Mario Sesti, c'era veramente il tutto esaurito, oltre i posti consentiti. Un po' per l'infelice collocazione (una sala più piccola del solito), un po' perchè David Lynch è un regista molto di moda, un po' perchè un incontro con David Lynch in effetti è proprio un evento.
E' difficile riassumere quello che è successo, perciò procederò acronologicamente (pretendere pure che mi ricordi le cose nell'ordine in cui sono avvenute mi sembra troppo) segnalando le cose pià interessanti avvenute.
Il personaggio
Che reciti un ruolo o sia se stesso poco importa, mi sembra ragionevole cmq che Lynch si mostri stralunato, lento e dissonante come i suoi film tipici. Così il buon David risponde solo alle domande che gli pare, divaga di continuo, svicola come può e si comporta da artistone. Racconta episodi ameni come quando ha rasato a zero un topo per vedere quanto fosse bello "E lo era davvero!". Cincischia con il pubblico e si lamenta perchè l'audio della sala è indeguato "A questo punto è meglio il mono, quello viene fuori da dietro lo schermo assieme al film, ti tiene dentro il film non ti porta fuori!".
I progetti
Le domande più interessanti sono state senza dubbio quelle extra-filmiche mirate a chiarire alcuni aspetti che stanno a monte della realizzazione dei suoi film, da come li scriva a dove trovi soldi. Lynch ha raccontato che non sapendo (ma io direi non volendo) scrivere a macchina ha una stenografa che scrive tutto quello che lui detta, improvvisa, recita "una donna con cui mi trovo molto a mio agio", dunque molte cose dei suoi film escono da sue improvvisazioni mentre detta, il tutto era partito dalla proiezione della sequenza del cowboy di Mulholland Drive.
Altro nodo cruciale è la produzione dei suoi film, ha detto di non trovarsi molto bene con i produttori di hollywood (ma direi che è più il contrario), e di aver avuto un pessimo rapporto con De Laurentiis (e non ha tutti i torti perchè la lavorazione di Dune fu un inferno), ma il punto è che al momento nessuno gli produce un film. Una Storia Vera è stato fatto con soldi europei e Mulholland Drive doveva essere una serie televisiva che però non ha mai preso il via, eppure, fa notare sagacemente Antonio Monda, altri cineasti particolari, non commerciali come PT Anderson, Wes Anderson, Alexander Payne (io non ce lo avrei messo) e Sofia Coppola sono sponsorizzati dagli studios (un po' infelice il riferimento a Sofia "figlia di Francis Ford" Coppola). Lynch ha molto semplicemente chiarito che il problema è uno solo il "final cut" che la traduttrice non ha saputo tradurre, cioè l'ultima parola sul montaggio del regista, lui non vuole averla se no non fa il film e siccome gli studios la danno solo a chi incassa, lui non ce l'ha. Equazione semplice.
Le proiezioni
Devo dire belle e azzeccate le sequenze proiettate e poi commentate dal regista. Su tutte hanno proprio stravinto quella di Strade Perdute dell'ubiqua telefonata a casa (al termine della quale è scattato un applauso con urla e fischi tipo stadio) ma soprattutto la più bella in assoluto di The Elephant Man, quella in cui Anthony Hopkins vede per la prima volta l'uomo elefante.
E' stata poi mandata la sequenza scelta da Lynch stesso (che poi si è scoperto scelta in una serie di 10 propostegli da Monda) che era quella di Cuore Selvaggio in cui Nicholas Cage è sul letto con Laura Dern che si fa le unghie e poi vanno in discoteca dove dopo aver fatto a botte canta un pezzo di Elvis.
L'incontro
Momento altamente commovente quello in cui, nel mezzo delle domande dal pubblico il microfono viene passato ad Enrico Ghezzi. Semplicemente fantastico. Purtroppo nonostante mi fossi impegnato e ripromesso di prestare la massima attenzione alla domanda non ci sono riuscito, verso metà dell'interminabile monologo che Ghezzi ha definito "domanda" mi sono distratto e ho cominciato a pensare ad altro, quindi non so dire che gli abbia chiesto. In compenso mi sono distratto anche alla risposta-fiume di Lynch. Subito daccordo quei due....
Apprezzatissimo da tutti (tranne che Lynch ovviamente) il mega applauso arrivato alla fine della domanda di Ghezzi; il suo essere disconnessamente fuori sincrono nella vita come in televisione, il suo essere ragionevolissimamente il medesimo personaggio che interpreta a Fuori Orario, il fatto di essere una vera e propria bandiera della coerenza riscuotono GIUSTAMENTE un successo incredibile, quell'applauso è stato una cosa da grande star.
Il pivello
Sempre durante le domande dal pubblico uno ha chiesto quale fosse per Lynch il significato di Mulholland Drive. David è stato gentile e non gli ha lanciato contro una poltrona. Ha fatto male.
Sempre durante le domande dal pubblico uno ha chiesto quale fosse per Lynch il significato di Mulholland Drive. David è stato gentile e non gli ha lanciato contro una poltrona. Ha fatto male.
Le idee
E' emerso da molte risposte come Lynch sia ossessionato dal concetto di idea, un concetto che ha un che di iperuranico. Cioè tutto ciò che lui mette nei suoi film egli sostiene venga dalle idee "Le idee ti parlano, basta ascoltarle". E' un concetto lato di ispirazione in sostanza, con il quale il regista rispondeva alle domande riguardo l'uso tutto particolare che fa dell'audio e la maniera che ha di manipolare la sceneggiatura come solitamente si manipola un'inquadratura. Viene tutto dalle idee dice Lynch, in esse è contenuto tutto.
Il finale
Alla fine dei conti quello che è emerso da questo incontro (e non è poco) è stato che Lynch è o vuole sembrare un personaggione, descrive le cose chiudendo gli occhi e muovendo le mani risponde iniziando con frasi tipo: "Su questo pianeta..." e parla con una lentezza che deve aver generato feroce invidia in Ghezzi. Lui stesso ha detto che se spesso i registi somigliano ai propri film (o viceversa) lui è Eraserhead "I am Eraserhead".
Si è proprio sentito quest'amore per questo film tutte le volte che veniva toccato, benchè sia accaduto sfortunatamente di rado. E un po' mi sembra giusto perchè Eraserhead è la vera summa lynchiana, veramente lontano da qualsiasi velleità commerciale (e sto facendo riferimento al sopravvalutatissimo Mulholland Drive), veramente fedele alle "idee" che da sole vincono e non hanno bisogno di altro se non di loro stesse, veramente un esempio di cinema libero che trasemette emozioni attraverso la visione, una visione "che non può tornare parola" come ha detto Lynch, intendendo che non può essere rispiegata a parole, perchè non sarebbe possibile, ma soprattutto perchè DEVE bastare a se stessa.
E' emerso da molte risposte come Lynch sia ossessionato dal concetto di idea, un concetto che ha un che di iperuranico. Cioè tutto ciò che lui mette nei suoi film egli sostiene venga dalle idee "Le idee ti parlano, basta ascoltarle". E' un concetto lato di ispirazione in sostanza, con il quale il regista rispondeva alle domande riguardo l'uso tutto particolare che fa dell'audio e la maniera che ha di manipolare la sceneggiatura come solitamente si manipola un'inquadratura. Viene tutto dalle idee dice Lynch, in esse è contenuto tutto.
Il finale
Alla fine dei conti quello che è emerso da questo incontro (e non è poco) è stato che Lynch è o vuole sembrare un personaggione, descrive le cose chiudendo gli occhi e muovendo le mani risponde iniziando con frasi tipo: "Su questo pianeta..." e parla con una lentezza che deve aver generato feroce invidia in Ghezzi. Lui stesso ha detto che se spesso i registi somigliano ai propri film (o viceversa) lui è Eraserhead "I am Eraserhead".
Si è proprio sentito quest'amore per questo film tutte le volte che veniva toccato, benchè sia accaduto sfortunatamente di rado. E un po' mi sembra giusto perchè Eraserhead è la vera summa lynchiana, veramente lontano da qualsiasi velleità commerciale (e sto facendo riferimento al sopravvalutatissimo Mulholland Drive), veramente fedele alle "idee" che da sole vincono e non hanno bisogno di altro se non di loro stesse, veramente un esempio di cinema libero che trasemette emozioni attraverso la visione, una visione "che non può tornare parola" come ha detto Lynch, intendendo che non può essere rispiegata a parole, perchè non sarebbe possibile, ma soprattutto perchè DEVE bastare a se stessa.
23 commenti:
il solito fortunato. Però secondo me pecchi di interattività. in questi casi devi fare di tutto perchè loro possano ricordarti. devi diventare protagonista. e poi legare magari con loro. sai che svolta.come fare? improvvisa. qualcosa in mente ti viene. chiedigli se vogliono sentire una tua canzone per esempio. o digli che conosci un ristorantino coi fiocchi. invitali a casa per vedere un loro film. ( in questo caso ti portavi david e vi vedevate insieme Blue Velvet, per esempio)
O potevo invitare Lynch a vedere un collage di discorsi fuori sincrono di Ghezzi e la sera dopo Ghezzi a guardare il mio filmato amatoriale di Lynch che lo guarda, mandato anche questo fuori sincrono, così che alla fine i suoi discorsi siano in sincrono.
Avrebbero apprezzato entrambi.
Bel resoconto, complimenti!
Adoro Lynch, non trovo per nulla sopravvalutato Mulholland Drive, anzi, meriterebbe di più! :)
Mi sembra che in Mulholland Drive le ellissi, i simbolismi e i deliri tipici di Lynch non siano più funzionali ma diventino maniera. Mi sembra che Lynch si stia ripiegando su se stesso, mostrando, non più un mondo inquietante attraverso percorsi non lineari, ma solo il suo cinema. Mulholland Drive mi pari parli più che altro del cinema di Lynch che di altro.
Meraviglosa metafora risonante di tanta bellezza visiva e un sentore di colpa prenatale al limite del volere divno per arrivare inesorabilmente ad una commistione incestuosa tra clero e cloro in cui fiumane di figli etichettati bandiere decodificano un codice internettario della teologia laica.
Semplicemente complesso.
Hai dimenticato dragat per vie inferiori e figli dei figli ma di quali fiori?
Nessuno gli ha chiesto nulla su quel progetto assurdo – cos’era? Una scuola d’autocoscienza – di cui, se non sbaglio, ne accennavi tempo fa qui sul blog?
Nessuno gli ha chiesto se era vero che Donnie Darko l’aveva scritto lui, solo che involontariamente se n’era dimenticato e dimenticandosene l’ha trasmesso col pensiero a qualqun’altro?
E come gli è venuto in mente il coniglio?
Quella storia dell'autocoscienza era un suo progetto che aveva dichiarato ma mai messo in pratica era più tipo: "Se mi dessero i soldi farei così" La storia di Donnie Darko la stai mettendo in giro tu? Avrebbero dovuto chiedere qualcosa di Rabbits la serie televisiva girata nella tana di una famiglia di conigli in cui i conigli sono interpretati da esseri umani mascherati, ma mascherati bene tipo scimmie di 2001.
Quella è una cosa che esiste, finita e girata ma in Italia non l'abbiamo mai vista.
ehi vedo un commento di massimo manuel...
Non l'ho capita....!?!
no era un po che non ti vedevo... Immagino tu sia stato occupato con il tuo
nuovo blog.... tralaltro è molto interessante leggo molte cose sul cinema che non si trovano in giro, complimenti...
Che simpatico umorista...un pò codardo, ma simpatico...
codardo? ma io ti ho fatto un complimento scusa.... pensi che abbia qualcosa contro il tuo blog?
...perchè dovrei...?
che deve fare? mettere la sua foto come fai te?
Perchè i codardi nascondono gli insulti dietro ai finti complimenti! :) Io non voglio offendere nessuno ma neanche voglio essere offeso...Se hai qualcosa da dire, dilla; siamo persone civili, possiamo discuterne...ti pare?
Una discussione civile non comincia dando del codardo al proprio interlocutore.
Neanche offendendo l'intelligenza del proprio interlocutore!
e vero... Allora ti dico che a me il tuo blog mi da una strana sensazione di deja vu...
Sono template già pronti all'uso dagli utenti...normale che si assomiglino! Sta tutta qua la tua critica? Se poi ti riferisci ai contenuti...beh, il paragone mi lusinga, davvero, ma non credo proprio che siamo sullo stesso livello...io raccatto news sul cinema dai siti specializzati, scelgo le più interessanti e le pubblico; l'autore di questo blog, invece, mi sembra molto più attrezzato e inserito nell'ambiente! E beato lui, aggiungerei.. :)
Ci sono altri 300 blog in rete che susciterebbero un uguale sensazione di deja vu...vuoi criticare anche loro?
Lo sapevi fin dall' inizio eh? E l' hai fatta bella lunga.... Mi sa che sei tu il codardo qua.... Poi la storia dei template valla a raccontare a qualcun' altro...
Io non voglio abusare oltre della pazienza dell'autore di questo blog...
Se vuoi continuare a lagnarti come un poppante, lo vieni a fare in privato o sul mio blog (non quello a cui ti riferisci, non vorrei mi accusassi di voler raccattare lettori)...
La storia del template??? Mi sa che tu non sai neanche di cosa parli...
Io la chiudo qui...Se gparker crede che io gli debba qualcosa, aspetterò che me lo dica ma dubito che sia limitato come te...
lungi da me continuare la polemica con uno che non vuole.... La cosa divertente è che io non ho avuto bisogno di insultare la persona con cui parlo per esprimere quello che penso, di conseguenza non sono io ne quello limitato, ne il poppante... E normalmente chi insulta lo fa perchè non sa + cosa dire.
Sul tuo blog non ci vengo perchè mi fa incavolare... Inoltre quello che vi potrei leggere lo trovo pure qui, papale papale, persino nelle espressioni...
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