Dei mille adattamenti del romanzo di Leo Tolstoj, questo non si distingue tanto per la presenza di Greta Garbo, che già aveva interpretato Anna Karenina in un omonimo film (in originale però si chimava Love) del 1927, quanto per la presenza sebbene riluttante di David O. Selznick dietro la macchina produttiva. E come spesso accade quando c'è Selznick, i costi lievitano e lo sfarzo prende piede, e se non lo si sa controllare il risultato è un film come questo.
Al melodramma triste e perduto non viene infatti resa giustizia da una messa in scena soffocante e barocca, attenta più al dettaglio, alla ricostruzione che alle delicatezze della trama e già riassumerla in un'ora e mezza non è impresa facile...
Quello che rimane alla fine è la solidità del generale Karenin, la continua sofferenza interiore di Greta Garbo ed un impianto narrativo che non può che essere buono nonostante la scialba attenzione del regista.
Al melodramma triste e perduto non viene infatti resa giustizia da una messa in scena soffocante e barocca, attenta più al dettaglio, alla ricostruzione che alle delicatezze della trama e già riassumerla in un'ora e mezza non è impresa facile...
Quello che rimane alla fine è la solidità del generale Karenin, la continua sofferenza interiore di Greta Garbo ed un impianto narrativo che non può che essere buono nonostante la scialba attenzione del regista.
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