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28.5.06

Sweet Sweetback's Baad Asssss Song (id.,1971)
di Melvin Van Peebles

Finalmente recupero questo vero cult della blaxploitation, il film da cui tutto è partito e la visione si è rivelata più illuminante del previsto.
Va' però fatto innazittutto un discorso: se la blaxploitation è lo sfruttamento da parte dell'industria (i bianchi) degli stereotipi della cultura nera per trarre un profitto in un momento di crisi del cinema individuando un nuovo target insoddisfatto da quello che i film proponevano in quel momento e poniamo come simbolo Shaft, Sweet Sweetback's Baad Asssss Song è diverso.
In questo senso non è il primo film della blaxploitation ma ciò che l'ha scatenata rimanendone esterno.
All'epoca un film come questo non poteva essere prodotto da nessuno, così Melvin Van Peebles l'ha scritto, prodotto, diretto, musicato e montato da solo in condizioni di fortuna (e a tratti si vede), ha fatto un film praticamente da solo perchè era stufo del cinema dei bianchi e contemporaneamente mobilitare i propri fratelli neri contro l'egemonia culturale bianca. Nessun bianco ha quindi sfruttato questo film, ma il successo è stato tale da far capire ai bianchi che avrebbero potuto produrre film simili e fare soldi a palate perchè tutti i neri li avrebbero voluti vedere, i neri volevano anche loro i loro eroi, i loro Steve McQueen, i loro James Bond ecc. ecc.
Nel cast il primo nome che viene fatto è The Black Community, ed è sacrosanto perchè Sweetback, sorta di campione della sessualità nera (risolve quasi tutti i suoi problemi scopando) e simbolo dell'opposizione al potere bianco interpretato dallo stesso regista, scappa per tutto il film dalla polizia che lo cerca (all'inizio perchè serve un capro espiatorio e quindi vogliono un nero a caso da portare in centrale e poi perchè per scappare uccide, danneggia e si macchia di vari reati), la sua fuga simbolica avviene attraverso i quartieri della comunità incontrando vari fratelli, varie tipologie di neri che lo aiutano come possono. Addirittura il film non termina nemmeno con l'arresto o la definitiva consacrazione a uomo libero, il film non termina e basta. Ad un certo punto finisce, ma non si risolve nulla, Sweetback è in fuga come lo era mezz'ora prima e chissà quanto ancora dovrà fuggire e nascondersi.
Dicevo che il film è propaganda, e lo è esplicitamente perchè inizia con una dedica a tutti i fratelli e le sorelle che si sono stufati dell'uomo bianco e perchè è colmo di simboli di riscossa (auto della polizia in fiamme, mobilitazione della comunità ecc. ecc.). Sorprendentemente questo film, pur non essendo tecnicamente scarso e avendo una trama non eccellente (per non parlare delle mille soluzioni psichedeliche di cui è tempestato...), riesce a colpire fortissimo e a sollevare tutt'oggi un senso di rivalsa e rivincita che se ha colpito me figuriamoci all'epoca chi di dovere.

L'ANEDDOTO: questo l'ho sentito raccontato dallo stesso Van Peebles in uno speciale televisivo sulla blaxploitation ed è paradigmatico di come all'epoca potesse essere visto il conflitto razziale nelle forme di produzione culturale. Van Peebles era andato a vedere una delle prime proiezioni del film in sala, tanto nessuno lo conosceva, era seduto accanto ad una signora anche un po' anziana e molto compita, con il cappelino e tutto quanto. Inutile dire che in tutti i film fino a quel momento, se c'erano dei neri erano vessati e se erano criminali erano sempre e comunque uccisi o arrestati, insomma non erano mai eroi. Così quando verso la fine sembra che Sweetback stia per essere catturato (ed essendo vicini alla fine del film all'epoca era ragionevole pensare che sarebbe finita così) questa signora si alzo e cominciò a gridare: "No Sweetback non farti prendere, non farti ammazzare, ucciditi!".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Looks nice! Awesome content. Good job guys.
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