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29.11.06

Esiste un cinema che non sia arte?

Questo post è frutto di una polemica poi diventata discussione portata avanti tra me Roberto Beranbò nei commenti ad un post del suo blog.
Il tema del discutere era Piano17, il film dei Manetti Bros. Come già in passato mi è capitato di fare con Emanuelazini ho attaccato fortemente il film nel momento in cui ho visto che Roberto ne parlava in toni positivi.
A partire da questa serie di attacchi il discorso si è allargato talmente tanto da indurre Roberto a proporre di tirarne fuori un post. La questione ad un certo punto era chiaramente diventata un'altra, cioè se fosse legittimo occuparsi di un cinema che non sia arte (da cui la mia frase provocatoria "Ma esiste davvero un cinema che non sia arte?") e la mancanza di questo tipo di cinema in Italia a causa di un sistema di educazione/insegnamento inadeguato.
Se dovessimo poi disquisire dell'arte della visione da Platone ai giorni d'oggi
mi troverei in fortissimo imbarazzo nel l’essere costretto ad ammettere che,
salvo rarissime eccezioni, dovrei dire che la stesa è andata degradando nei
secoli. Se considerassimo, ad esempio, la complessità iconografica di certi
pittori come che so Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, o come
l’innovazione apportata dalle le luci tangenti del Caravaggio tanto per citare i
primi che mi vengono in mente, cosa dovremmo dire al riguardo?. Ora è evidente
che gradi così elevati di competenza nell'utilizzo dell'immagine evocativa si
sono come dire dispersi.
Non sono daccordo con Roberto quando dice che c'è un appiattimento culturale, un processo in atto non negli ultimi anni, ma negli ultimi secoli se non millenni ch ha fatto sì che il concetto di opera d'arte si sia progressivamente svilito fino alla situazione attuale.
Io credo che il concetto d'opera d'arte sia fortemente mutato negli anni senza svilirsi ma cambiando, specialmente nell'ultimo secolo con l'introduzione dell'arte moderna e dell'astrattismo. L'arte in questo modo si è allontanata da livelli di lettura più semplici ma ne ha acquistato in complessità e ricchezza, ha scoperto linguaggi nuovi e vergini a esplorare. Il cinema poi è così giovane! Vedo moltissime idee nuove e cineasti interessanti, anche cineasti di livello medio interessanti (il che significa che c'è una cultura condivisa abbastanza alta e un buon fermento culturale) solo che non sono equamente sparsi per il globo, ma questo del resto è sempre stato.
Negli ultimi anni i fermenti culturali (cinematografici) più importanti sono stati indubbiamente in Asia, prima la Cina poi Giappone e Corea, luoghi dove si continua a produrre le cose più fresche e interessanti e dove il livello medio di produzione è altissimo, segno di un fermento culturale attivo. Del resto era così negli anni '50 e '60 in Europa.

Dunque non credo alla decadenza dell'arte specialmente nel caso del cinema, credo a fasi di riflusso e credo soprattutto ad una questione di percezione condivisa del ruolo autoriale, della difficoltà cioè di trovare cineasti in Europa che non vogliano considerarsi autori ma semplici narratori, che non vogliano fare arte ma raccontare bene delle storie.
Infatti io non credo esistano tipi di cinema diversi ma credo esistano obiettivi diversi che i vari cineasti si pongono e il raggiungimento dell'obiettivo dichiarato, il mantenere le promesse che si fanno lungo il filmè l'unica cosa che conta. Per questo si apprezzano i film che raccontano storie piccole ma lo fanno bene, film senza pretese ma ben girati e che fanno il loro dovere e in alcuni casi (e questo accade nel miglior cinema di serie B) riescono pure ad andare oltr gli obiettivi posti a parlare d'altro e farlo in maniera delicata. A contrario è il cinema dell'arroganza che è intollerabile, se già è fastidioso Scorsese quando con la legittima arroganza di chi sa di essere uno dei più grandi cineasti americani della storia gira un film come The Aviator cosa dire di chi come Ron Howard si pone come un grande autore, impone i suoi film come opere d'arte che hanno mille obiettivi e vogliono tracciare complessi affreschi storici misti a racconti di umanità o indagare menti geniali e deviate tenendo ben saldo uno sfondo americano anch'esso in discussione e invece girano film di una superficialità e di una banalità sconvolgenti? E' questo il peggior cinema possibile, no Vacanze Di Natale che per quanto sia peggio realizzato, peggio scritto e peggio recitato è quantomeno onesto, non mente ai suoi spettatori non veicola un'idea sbagliata di opera d'arte.

Per questo non posso tollerare i Manetti, perchè nei loro film pretendono e nelle loro interviste ancora di più. Si pongono come un caso unico nel panorama italiano, alfieri autodeterminati di un cinema di genere all'italiana quando i loro risultati sono terribili.
Ma so che Roberto non è daccordo con me.

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