Un anno prima di girare La Classe Operaia Va In Paradiso la coppia Petri/Volontè gira un altro film di denuncia, questo però forse più riuscito (o più resistente al tempo), più sottile, ironico e tagliente.
La storia del commisario che diviso tra la boria di dimostrare il suo potere e la volontà di mettere a nudo le inefficienze del sistema sparge indizi che rivelano la sua colpevolezza nell'omicidio di una donna è quanto di più curioso e complesso si potesse fare sul tema.
Lo stile è comunque diverso dal successivo film di Petri, la macchina da presa non è così vicina al volto, la colonna sonora (di Morricone in entrambi i casi) è più melodica e meno inserita nell'ambiente del film, il clima è meno surreale (benchè comunque lontano dalla normalità) e l'azione è meno lineare. Un stile insomma profondamente diverso ma puntato nella medesima direzione.
Ecco cosa mi piace di questo cinema (benchè ami poco il cinema di denuncia sociale), il fatto che si pone un obiettivo e per arrivare al dunque percorre la strada meno facile, la più complessa perchè complessa è la materia da esporre. E' un vero lavoro.
Contrariamente ad un altro tipo di cinema (bello uguale), quello rapido e immediato, frutto di improvvisazioni e istinto questo è un cinema tutto di ragione e abilità, di bravura narrativa e ferma volontà.
Se un film è un atto di volontà allora un bel film è il trionfo della volontà.
La storia del commisario che diviso tra la boria di dimostrare il suo potere e la volontà di mettere a nudo le inefficienze del sistema sparge indizi che rivelano la sua colpevolezza nell'omicidio di una donna è quanto di più curioso e complesso si potesse fare sul tema.
Lo stile è comunque diverso dal successivo film di Petri, la macchina da presa non è così vicina al volto, la colonna sonora (di Morricone in entrambi i casi) è più melodica e meno inserita nell'ambiente del film, il clima è meno surreale (benchè comunque lontano dalla normalità) e l'azione è meno lineare. Un stile insomma profondamente diverso ma puntato nella medesima direzione.
Ecco cosa mi piace di questo cinema (benchè ami poco il cinema di denuncia sociale), il fatto che si pone un obiettivo e per arrivare al dunque percorre la strada meno facile, la più complessa perchè complessa è la materia da esporre. E' un vero lavoro.
Contrariamente ad un altro tipo di cinema (bello uguale), quello rapido e immediato, frutto di improvvisazioni e istinto questo è un cinema tutto di ragione e abilità, di bravura narrativa e ferma volontà.
Se un film è un atto di volontà allora un bel film è il trionfo della volontà.
2 commenti:
grandissimo film.
Film straordinario. Mi ricordo che una sola cosa non mi ha convinto.
Nella parte centrale ci sono quelle scene in cui si finisce in flashback senza preavviso... le scene in cui la contessa Terzi è in vita.
Ecco, c'è sempre un'alternanza tra scene del presente e flashback nella sceneggiatura e quindi lo spettatore non è disorientato. Una volta però l'alternanza viene rotta, in una occasione ci sono due flashback di seguito... ed io personalmente mi sono ritrovato sorpreso e ho dovuto rapidamente riconsiderare tutto quello che era avvenuto nella scena. Una cosa sgradevole.
(però magari è colpa mia)
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