Frutto dell'incrocio tra l'omonimo film di John Waters e il musical per broadway che da quello fu tratto l'Hairspray del 2007 si presenta come una versione acquietata del suo omonimo anni '80. Infarcito di musica da musical (mentre il precedente era infarcito di musica e basta) e determinato a utilizzare quella data cornice e quella trama per veicolare i medesimi significati del cinema mainstream hollywoodiano.
Se l'Hairspray originale raccontava dell'inaspettato successo di una ragazza brutta e cicciona che poi si batte per i diritti dei neri nella retrograda Baltimora degli anni '60, utilizzando le scene, i colori, gli attori (basta pensare a Divine) come un manifesto di diversità cinematografica (anche se nella carriera di Waters ci sono stati esempi simili più riusciti), il suo omologo moderno con la medesima trama trae la solita semplice morale sulla necessità dell'integrazione e il piacere della diversità.
Ciò che cambia sono sfumature, è il gusto del kitsch del primo che diventa moda colore e glamour nel secondo (cioè il suo omologo incorporato dalla società). Nel film la grassa protagonista porta alla comunità bianca il modo di ballare dei neri, cioè gli rivende qualcosa che ha già successo nella comunità afroamericana ma che necessita di un passaggio in più (appunto la ragazza bianca) per essere accettato dai bianchi. Passaggio in più che è chiaramente uno svilimento rispetto all'originale.
Allo stesso identico modo Adam Shankman (regista di Hairspray) porta i contenuti del film originale ad un pubblico più grande ma per fare questo deve necessariamente svilirli, acquietarli e annacquarli.
Detto questo Travolta vestito da donna è sia terribile (ha veramente delle mani da uomo non c'è niente da fare) che divertente, anche se mi infastidisce come ammicca continuamente (mentre Divine era più sinceramente grottesco), e poi tutto inguainato nel tutone che lo rende ciccione non si può muovere e non può ballare che è una cosa che fa sempre rodere. Però c'è il grandissimo Christopher Walken che ormai (non mi stancherò mai di ripeterlo) dopo il bellissimo video Weapon Of Choice di Spike Jonze lo fanno ballare in tutti film ed è veramente leggero.
Per il resto da notare unicamente la particina di Jerry Stiller (padre di Ben) che nell'originale aveva il ruolo che ora tocca a Walken.
Se l'Hairspray originale raccontava dell'inaspettato successo di una ragazza brutta e cicciona che poi si batte per i diritti dei neri nella retrograda Baltimora degli anni '60, utilizzando le scene, i colori, gli attori (basta pensare a Divine) come un manifesto di diversità cinematografica (anche se nella carriera di Waters ci sono stati esempi simili più riusciti), il suo omologo moderno con la medesima trama trae la solita semplice morale sulla necessità dell'integrazione e il piacere della diversità.
Ciò che cambia sono sfumature, è il gusto del kitsch del primo che diventa moda colore e glamour nel secondo (cioè il suo omologo incorporato dalla società). Nel film la grassa protagonista porta alla comunità bianca il modo di ballare dei neri, cioè gli rivende qualcosa che ha già successo nella comunità afroamericana ma che necessita di un passaggio in più (appunto la ragazza bianca) per essere accettato dai bianchi. Passaggio in più che è chiaramente uno svilimento rispetto all'originale.
Allo stesso identico modo Adam Shankman (regista di Hairspray) porta i contenuti del film originale ad un pubblico più grande ma per fare questo deve necessariamente svilirli, acquietarli e annacquarli.
Detto questo Travolta vestito da donna è sia terribile (ha veramente delle mani da uomo non c'è niente da fare) che divertente, anche se mi infastidisce come ammicca continuamente (mentre Divine era più sinceramente grottesco), e poi tutto inguainato nel tutone che lo rende ciccione non si può muovere e non può ballare che è una cosa che fa sempre rodere. Però c'è il grandissimo Christopher Walken che ormai (non mi stancherò mai di ripeterlo) dopo il bellissimo video Weapon Of Choice di Spike Jonze lo fanno ballare in tutti film ed è veramente leggero.
Per il resto da notare unicamente la particina di Jerry Stiller (padre di Ben) che nell'originale aveva il ruolo che ora tocca a Walken.
11 commenti:
Mah, posso anche essere d'accordo con quello che scrivi, ma allo stesso tempo mi pare che tu giudichi il film quasi esclusivamente in rapporto con l'originale di Waters e non in quanto opera a sé. È vero che il messaggio è edulcorato, ma per quanto mi riguarda non vedevo da molto tempo un musical così divertente, ben diretto e interpretato. Ottime canzoni, belle coreografie e scelte di regia e montaggio che privilegiano la visione d'insieme e valorizzano le performance mantenendo però un ritmo dinamico. Altro che Chicago o Dreamgirls.
E Travolta non mi era sembrato affatto ammiccante, sarà forse anche questione di doppiaggio?
ciao
No le musiche non mi sono piaciute per niente!!
Certo era ben diretto, interpretato e fotografato, meglio anche dell'originale, ma è tecnicismo.
Quanto a Travolta ammiccante, intendevo come faccia un po' la donnetta della serie: "Guarda che divertente vedere Travolta che fa le moine".
A questo punto meglio Dreamgirls direi invece...
Neanche io sarei troppo per giudicare un remake in base al suo precedente, ma quando ci sono degli intenti nel primo che riflettono una visione di mondo e una posizione sui temi sociali non si può poi non considerare ad anni di distanza come le medesime cose siano rielaborate.
non so... in parte hai ragione (anche se io del film originale ricordo che tutta questa "aternatività" non l'avevo proprio vista)... ma il divertimento è talmente travolgente che, secondo me, spazza via tutto... un pò come Grease... di fatto è solo la versione musical di un banale filmetto da college... ma è magico!!!
Beh no secondo me l'originale riusciva a mostrare il diverso con più arroganza, mettendo in mostra personaggi orrendi e imponendo allo spettatore la sua parte.
Riusciva, come i migliori film di Burton, a creare quel clima di cattivo gusto ricoperto di finto buonismo che era veramente più disgustoso dei disgustosi protagonisti.
Sì, ma secondo me in un musical i "tecnicismi" sono più che mai funzionali all'impatto anche emotivo sullo spettatore. Del resto io avevo apprezzato Dreamgirls solo a metà proprio perché trovavo che, dopo una prima parte solida e spumeggiante, diventasse sempre più lento e melenso tanto nelle canzoni quanto nel ritmo, affogando nei virtuosismi vocali e nella noia. Saranno tecnicismi, ma sul mio giudizio tutto questo ha pesato molto!
Ma alla fine concedimi di dire che, se non ti sono piaciute le canzoni, non mi stupisco che non ti sia piaciuto un film che si regge su quelle!
Sicuramente se di un musical non ti piacciono le canzoni è dura che poi ti piaccia, ma al di là di quello, pur ammettendo che è fatto molto bene, non riesco ad andare oltre il fatto che sia parecchio noioso e molto trito, presentando (seppur bene) una serie situazioni consolidate e mancando di trasformare in personaggi in grandi caratteri.
Insomma per me non aveva proprio nessun punto di interesse.
Sarà per la prossima volta ^^
Anche per me questo remake non ha proprio nessun punto di interesse. E se si ripensa all'originale mette anche un po' di tristezza.
Io sono d'accordo per l'eccessivo ammiccamento di Travolta (e per le sue mani inequivocabilmente da UOMO).
Oh daesu esalta la regia che invece a me è sembrata un po' loffia: nel senso che la maggior parte dei numeri era diretta quasi con sciatteria, mi dava l'impressione che Shankman piazzasse la mdp sempre a scapito della coreografia.
Si in effetti è decisamente poco dinamico.
p.s. gp, mi aggiorneresti il voto sui cinebloggers, per Hairspray? thanks :)
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