Primo lungometraggio della storia del cinema d'animazione italiano, creduto perduto per decenni e solo recentemente ritrovato e restaurato ottimamente I Fratelli Dinamite, diversamente da quello che suggerisce la sua data di uscita, è stato interamente realizzato durante il regime fascista e doveva costituirne chiaramente la risposta a Disney.
In realtà di disneiano ha molto, come è facile intuire non si tratta del massimo dell'indipendenza creativa, anche perchè in quell'era pochi potevano essere i restanti riferimenti.
Dotato di uno stile e di una riuscita tecnica molto eterogenea a causa del fatto che è stato realizzato in 7 anni con molti alti e bassi nel finanziamento e nelle possibilità realizzative non stupisce che non sia stato un successo al botteghino poichè pieno di posizioni non ampiamente condivise all'epoca e incredibilmente disinibito e crudo per come con il massimo della disinvoltura e toni assolutamente infantilistici proponga genitori inaffidabili, parenti serpenti, una borghesia alta dai pessimi valori, bambini che bevono tranquillamente rhum e molte altre cose che oggi sarebbero definite non proprio politically correct.
Al di là di quello I Fratelli Dinamite attraverso il racconto della vita dei tre fratelli che una zia fa alle amiche fa anche delle non scontate riflessioni sul valore del racconto, sulla sua realtà sempre menzognera (il paragone con il cinema è impossibile da non calcolare) e sui valori dell'epoca.
Pur non brillando in molte occasioni per fantasia e idee di messa in scena il film ha dall'altra parte più di un punto autenticamente sorprendente, specialmente il finale a Venezia e l'incredibile concerto, degno di Fantasia anche per le bellissime musiche. Non stupisce allora e diventa contemporaneamente più comprensibile l'ammirazione che Miyazaki non ha mai nascosto per i fratelli Pagot.
In realtà di disneiano ha molto, come è facile intuire non si tratta del massimo dell'indipendenza creativa, anche perchè in quell'era pochi potevano essere i restanti riferimenti.
Dotato di uno stile e di una riuscita tecnica molto eterogenea a causa del fatto che è stato realizzato in 7 anni con molti alti e bassi nel finanziamento e nelle possibilità realizzative non stupisce che non sia stato un successo al botteghino poichè pieno di posizioni non ampiamente condivise all'epoca e incredibilmente disinibito e crudo per come con il massimo della disinvoltura e toni assolutamente infantilistici proponga genitori inaffidabili, parenti serpenti, una borghesia alta dai pessimi valori, bambini che bevono tranquillamente rhum e molte altre cose che oggi sarebbero definite non proprio politically correct.
Al di là di quello I Fratelli Dinamite attraverso il racconto della vita dei tre fratelli che una zia fa alle amiche fa anche delle non scontate riflessioni sul valore del racconto, sulla sua realtà sempre menzognera (il paragone con il cinema è impossibile da non calcolare) e sui valori dell'epoca.
Pur non brillando in molte occasioni per fantasia e idee di messa in scena il film ha dall'altra parte più di un punto autenticamente sorprendente, specialmente il finale a Venezia e l'incredibile concerto, degno di Fantasia anche per le bellissime musiche. Non stupisce allora e diventa contemporaneamente più comprensibile l'ammirazione che Miyazaki non ha mai nascosto per i fratelli Pagot.
2 commenti:
"L'Asino e la pelle del leone" is from 1947, 2 years early :P
The movie was officially released in 1948, but I Fratelli Dinamite was only distributed in 1949, the production began 7 years before.
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