Tre anni dopo il pessimo As Teas Go By e tre anni prima del grande exploit Hong Kong Express/Angeli Perduti arriva Days Of Being Wild vero ponte e prova generale per la poetica della coppia Wong Kar Wai-Christopher Doyle.
Non radicale come i successivi film e soprattutto non così frutto della totale interazione tra regista e direttore della fotografia, Days Of Being Wild abbozza i temi tipi di Wong Kar Wai, ci sono gli amori affrontati sempre di striscio (quando iniziano o quando sono finiti ma mai nel loro svolgersi) ma manca la poetica degli oggetti, c'è la totale libertà stilistica ma manca un modo nuovo di vedere il romanticismo nella modernità, c'è la voce fuoricampo ma manca l'adesione incondizionata ad uno dei suoi personaggi.
Ambientato negli anni '60 come il molto successivo In The Mood For Love (ma per il resto molto lontano da esso) visto ora il film lascia l'amaro in bocca ed è impossibile dire l'impressione che possa aver fatto nel 1991, quando comunque era un'opera diversa capace di riportare l'attenzione sul micro sia come trama che come girato, capace di inneggiare alla libertà cinematografica e capace di parlare d'amore in maniera classicamente romantica eppure non banale.
Soffre forse di un po' di confusione specialmente verso la fine eppure come spesso accade nei film di Wong Kar Wai molte delle figure e delle storie abbozzate (il militare che incontra di notte Maggie Cheung) colpiscono immediatamente per quel tono di autentica e quotidiana disperazione che si percepisce in ogni parola, in ogni gesto e in ogni sguardo.
Non radicale come i successivi film e soprattutto non così frutto della totale interazione tra regista e direttore della fotografia, Days Of Being Wild abbozza i temi tipi di Wong Kar Wai, ci sono gli amori affrontati sempre di striscio (quando iniziano o quando sono finiti ma mai nel loro svolgersi) ma manca la poetica degli oggetti, c'è la totale libertà stilistica ma manca un modo nuovo di vedere il romanticismo nella modernità, c'è la voce fuoricampo ma manca l'adesione incondizionata ad uno dei suoi personaggi.
Ambientato negli anni '60 come il molto successivo In The Mood For Love (ma per il resto molto lontano da esso) visto ora il film lascia l'amaro in bocca ed è impossibile dire l'impressione che possa aver fatto nel 1991, quando comunque era un'opera diversa capace di riportare l'attenzione sul micro sia come trama che come girato, capace di inneggiare alla libertà cinematografica e capace di parlare d'amore in maniera classicamente romantica eppure non banale.
Soffre forse di un po' di confusione specialmente verso la fine eppure come spesso accade nei film di Wong Kar Wai molte delle figure e delle storie abbozzate (il militare che incontra di notte Maggie Cheung) colpiscono immediatamente per quel tono di autentica e quotidiana disperazione che si percepisce in ogni parola, in ogni gesto e in ogni sguardo.
Nessun commento:
Posta un commento