Hancock scivola via come acqua fresca.
Messo in scena in maniera ineccepibile da Peter Berg (regista che guadagna sempre più credibilità anche dopo questa prestazione nel complesso incolore) il film nonostante segua uno sviluppo narrativo classicissimo non decolla mai. Intendo emotivamente.
Hancock è all'inizio il superuomo comune, proiezione mentale di quello che ognuno (ritiene) diventerebbe se avesse dei superpoteri, ovvero un menefreghista che pensa a se stesso e si lascia andare conscio del fatto che i suoi poteri faranno sì che non abbia problemi e che ogni tanto si ricorda di fare delle buone azioni ma con una leggerezza tale da causare anche immani problemi.
Col procedere del film poi acquista chiaramente in bontà, responsabilità e consapevolezza fino alla svolta di trama (che nonostante non sia attesa manca anche lì di emozionare).
Tutto è buonissimo, anche quando è un derelitto Hancock è a suo modo gentile e buono, non usa davvero i poteri solo per se stesso nè per trarne un autentico giovamento e dopo poco si scopre che dietro a tutto c'è un trauma. Dovunque ci si giri c'è morale e moralità nonostante le condizioni del film lascino intuire la possibile presenza di tentazioni "maligne".
Forse anche per questo eccesso di miele l'idea principale di messa in scena di Berg, ovvero riprendere la storia di un supereroe con macchina a mano come ad Hollywwod fanno quasi solo per i film di guerra, perde di forza e si spegne nel consueto.
La portata innovativa di introdurre del realismo nella pellicola non attraverso la trama ma attraverso il modo di riprendere cozza terribilmente poi con quanto accade, con le cose che i personaggi si dicono e soprattutto con le aspettative di "trasgressione" che lo spettatore ha nei confronti del supereroe barbone, continuamente tradite.
Se Hancock vuole riflettere sul concetto di superomismo in un momento in cui il cinema è pieno di supereroi da fumetto, manca di farlo in maniera convincente finendo per essere un ennesimo capitolo (blando) proprio del fenomeno sul quale intende riflettere.
Messo in scena in maniera ineccepibile da Peter Berg (regista che guadagna sempre più credibilità anche dopo questa prestazione nel complesso incolore) il film nonostante segua uno sviluppo narrativo classicissimo non decolla mai. Intendo emotivamente.
Hancock è all'inizio il superuomo comune, proiezione mentale di quello che ognuno (ritiene) diventerebbe se avesse dei superpoteri, ovvero un menefreghista che pensa a se stesso e si lascia andare conscio del fatto che i suoi poteri faranno sì che non abbia problemi e che ogni tanto si ricorda di fare delle buone azioni ma con una leggerezza tale da causare anche immani problemi.
Col procedere del film poi acquista chiaramente in bontà, responsabilità e consapevolezza fino alla svolta di trama (che nonostante non sia attesa manca anche lì di emozionare).
Tutto è buonissimo, anche quando è un derelitto Hancock è a suo modo gentile e buono, non usa davvero i poteri solo per se stesso nè per trarne un autentico giovamento e dopo poco si scopre che dietro a tutto c'è un trauma. Dovunque ci si giri c'è morale e moralità nonostante le condizioni del film lascino intuire la possibile presenza di tentazioni "maligne".
Forse anche per questo eccesso di miele l'idea principale di messa in scena di Berg, ovvero riprendere la storia di un supereroe con macchina a mano come ad Hollywwod fanno quasi solo per i film di guerra, perde di forza e si spegne nel consueto.
La portata innovativa di introdurre del realismo nella pellicola non attraverso la trama ma attraverso il modo di riprendere cozza terribilmente poi con quanto accade, con le cose che i personaggi si dicono e soprattutto con le aspettative di "trasgressione" che lo spettatore ha nei confronti del supereroe barbone, continuamente tradite.
Se Hancock vuole riflettere sul concetto di superomismo in un momento in cui il cinema è pieno di supereroi da fumetto, manca di farlo in maniera convincente finendo per essere un ennesimo capitolo (blando) proprio del fenomeno sul quale intende riflettere.
30 commenti:
sbaglio o Will Smith è oggi incastrato (o gli hanno cucito addosso) in un unico ruolo??
l'uomo qualunque che emerge e salva tutti? premesso che non ho visto "io sono leggenda" ma per traslato è sempre la stessa storia, così come il messaggio di quello di Muccino "La ricerca della felicità"...
non trovi?
Beh è un po' il concetto di eroe americano, l'uomo solo che può fare più di altri ma ha i suoi demoni interiori. E lui è l'ultimo di una lunga schiera.
In fondo era così anche Maverick di Top Gun o Rocky...
John Mc lane no.
Spero che tu non stia paragonando hHncock a Rocky Balboa.
Dovresti finire in carcere per questo.
Più o meno quello che mi aspettavo è confermato da questa recensione.
Credo che lo vedrò comunque, ma con aspettative forse ancor più modeste.
Alla fine, credo che le riflessioni più interessanti sul filone supereroistico (come gli spunti da cui parte anche Hancock) continuino a farlo proprio tramite il fumetto (grazie ad autori come Bendis, Brubaker, Millar, Ellis, ed altri più o meno giovani e noti).
frankie: e no guarda! Non era un uomo solo con demoni interiori che emerge e salva tutti!
compatto: si parla del concetto di eroe americano
giangi: si è vero. Come del resto è normale che sia.
Ma manco fa ridere? Io mi aspetto solo quello...
non lo posso accettare il paragone fra will smith e john mc lane.
Paragonalo a quer cojone de rocky cazzo....
Più o meno mi aspettavo quanto dici. Devo ancora vederlo. E devo ancora recuperare "The Kingdom"--
bhe ma tu vuoi paragonare will smith che fa il barbone a tom cruise che fa il top gun della marina, che gira con degli occhiali incredibili e che si mette a fare la gara di pinne contro un F- 14? spero tu staia scherzando
Completamente off topic ma l'ho appena saputo...in tempo reale 24:15....quel nostro amico d'infanzia con la F iniziale di cui ti avevo segnalato la pagina su my space si è, con cerimonia segreta ai limiti della massoneria, SPOSATO!!!!!!!! in un ancora da definire paesino della provincia romana.Siamo ai limiti del paranormale
Noooooo....
un uomo che nel nome ha una g e non una c???
Vedi MySpace... Lo dicevo che è il preludio della fine.
John McLane, Maverick, Rocky e Hancock sono declinazioni diverse del medesimo archetipo narrativo tipico della cultura nordamericana.
Frankie, come puoi definire Rocky un coglione? Certo John McLane è insuperabile, ma non puoi dare del coglione allo Stallone Italiano
ma perchè la trama di rocky è quella di un perfetto idiota, un imbecille vero ma con un grande cuore che sa solo tirare cazzotti.
E un cojone...
Rocky e McLane sono troppo diversi.
Rocky è un bonaccione che mena bene, ma perchè non sa fare altro.
McLane è uno fottutissimo sbirro con metodi spicci e discutibili....preferisco Zeus.
McLane è un bianco con problemi da bianco
comp.
tu hai dei gusti folli si sa.
Ora vengo sotto casa tua e ti meno.
devi lavorare non hai tempo.
lo troverò
è esatto il signor G
mio dio...
ma prole?
e manco ieri sei venuto... Tutto il blog a questo punto sa che sei un codardo.
Ci sono stati dei problemi nell'agenzia, è entrato una tigre bianca, ho cercato di domarla ma durante la lotta la tigre si è incastrata nella porta del cesso, ora ci tocca sfamarla.
mio dio.... sto a morì...
compatto ma tu lavori...fammi intuire...in UNA BANCA??????
@Parker...non che io sappia cmq neanche io sono stato invitato....non che adori la vita mondana cmq testimoni dicono sia stato un evento con personaggi da antologia
rivolgo una domanda a Parker..ma perché Will Smith non "capita" mai di vederlo in un film con altre star? Io trovo che sia molto bravo ma mi piacerebbe vederlo come regerebbe in un film in cui appunto lui non è il personaggio principale..ecco tipo in un Ocean's Eleven e vedere come se la cava e che ruolo potrebbe ritagliarsi...apprezarlo nel ruolo dell'eroe americano (versione con happy end dell'eroe romantico) mi ha un pò stufato
Drieu
Al momento Will Smith è l'attore più pagato e quindi più monetizzabile di Hollywood, normale che non sia molti incline a diventare co-protagonista, ma preferisca rimanere protagonista. Il punto è che finchè puoi permetterlo lo fai, tanto è noto che si tratta di flussi e riflussi, tra un po' non sarà più il numero uno e comincerà a fare anche altre cose, piccole parti (che se sei una star diventano "cammei"), oppure film con altri attori importanti. Il che non significa che è il tramonto di carriera ma semplicemente un'altra fase. Anche Pacino per un certo periodo faceva tutte pellicole da solo, poi ha cominciato anche lui ad essere affiancato, ma comunque era grande.
Il commento che mi esce da solo dopo aver visto il film è: peccato!
Peccato perchè lo spunto del film è carino, Smith è bravo come sempre, il suo personaggio è un vero cojone divertente, la svolta interessante nella trama c'è ma a fronte di tutto questo mancano molti altri elementi. Ad esempio:
- qualche momento d'azione adrenalinico
- qualche momento più "pesante" emotivamente
- criminali più cazzuti
- ecc
Non sarebbe stato comunque il film dell'anno ma avrebbe lasciato qualcosa di più oltre alle molte risate.
Sono daccordo che sia un'occasione sprecata ma i punti che citi tu credo siano stati volontariamente traditi fin dall'inizio per cercare di fare di Hancock un film "alternativo" sul concetto di supereroe.
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