Molto noto per essere uno dei film più importanti degli inizi di Claudia Cardinale il film di Valerio Zurlini è in sostanza una rielaborazione (molto libera specialmente nelle motivazioni che spingono i singoli personaggi) di La Traviata (ma curiosamente il personaggio di Claudia Cardinale si chiama Aida) che volutamente spinge molto sulle interpretazioni degli attori, con un risultato un po' fiacco frutto probabilmente della poca resistenza al tempo.
Si tratta senza dubbio di un melodrammone, cosa che viene annunciata puntualmente anche dalle coordinate metereologiche (il caldo estivo), dove le passioni guidano le azioni dei personaggi e dove il destino batte continuamente contro Aida senza che essa possa o voglia fare nulla di fermo e deciso per affermare la propria indipendenza nonostante sostenga di ricercarla.
Le figure di un ragazzo di una buona famiglia incastrato in dinamiche fuori dal tempo (ma dov'è Trintignan quando serve??) e di una ragazza più libera e popolare sono tipiche del priodo '50/'60 del nostro cinema, anni nei quali anche nella nostra di società ferveva il contrasto tra nuovo e vecchio.
Ma nonostante La Ragazza Con La Valigia ponga una vicenda eterna (appunto lo scheletro di La Traviata) in un simile contesto rodato e affidabile al film manca decisamente il guizzo. Zurlini ha la mano molto poco pesante e sembra mancare il coraggio di osare che molte pellicole degli stessi anni hanno.
Il tutto è particolarmente evidente quando verso la fine spunta inaspettatamente Gianmaria Volontè in un piccolo ruolo (era il suo secondo lungometraggio per il cinema) portando una forza, una vitalità e un "cinema" che è subito evidente prima mancavano.
Si tratta senza dubbio di un melodrammone, cosa che viene annunciata puntualmente anche dalle coordinate metereologiche (il caldo estivo), dove le passioni guidano le azioni dei personaggi e dove il destino batte continuamente contro Aida senza che essa possa o voglia fare nulla di fermo e deciso per affermare la propria indipendenza nonostante sostenga di ricercarla.
Le figure di un ragazzo di una buona famiglia incastrato in dinamiche fuori dal tempo (ma dov'è Trintignan quando serve??) e di una ragazza più libera e popolare sono tipiche del priodo '50/'60 del nostro cinema, anni nei quali anche nella nostra di società ferveva il contrasto tra nuovo e vecchio.
Ma nonostante La Ragazza Con La Valigia ponga una vicenda eterna (appunto lo scheletro di La Traviata) in un simile contesto rodato e affidabile al film manca decisamente il guizzo. Zurlini ha la mano molto poco pesante e sembra mancare il coraggio di osare che molte pellicole degli stessi anni hanno.
Il tutto è particolarmente evidente quando verso la fine spunta inaspettatamente Gianmaria Volontè in un piccolo ruolo (era il suo secondo lungometraggio per il cinema) portando una forza, una vitalità e un "cinema" che è subito evidente prima mancavano.
4 commenti:
Per me bellissimo, ma concordo in parte, ovvero dove dici che "manca il coraggio", secondo me è soprattutto una mancanza della sceneggiatura, perché diviene terribilmente popolare, perde tono, di conseguenza ciò che prima aveva costrutito viene meno.
si vuole essere tutto e alla fine è poco.
l'hanno dato quest'estate, tipo il 24 agosto di pomeriggio.
mi ha lasciato un senso di disperazione che la metà ABBASTA...
ma no dai! Non ti sei vista i veri grandi classici dell'angoscia all'italiana!! Adua E Le Compagne!
Posta un commento