Divertente come ad ogni film di Allen che esce ci si affatichi a parlare del fatto che "Woody mette il suo pessimismo nel film" come se il personaggio protagonista fosse davvero Woody Allen o un suo avatar e quello che dice sia realmente il punto di vista del regista.
Il personaggio alleniano (quello nevrotico, ateo, caustico e disincantato che è al centro dell'80% dei suoi film fin dall'inizio e che solitamente è interpretato dal regista mentre in questo caso tocca a Larry David) ha ovviamente dei punti in comune con il regista e condivide alcune delle sue idee ma in nessun modo ne è lo specchio, è solo un personaggio messo in scena come altri. Tanto che di film in film prende posizioni diverse e fa cose diverse.
In questo caso il protagonista è tra i più pessimisti, molesti e superbi di sempre, al contrario però Basta Che Funzioni è tra i film più ottimisti e solari, nonostante il ritorno a Manhattan.
Chi conosce bene Allen infatti sa che se c'è un punto saldo nel suo cinema, accanto alla transitorietà di ogni rapporto e alla casualità che domina gli eventi, è anche la volontà di ritrarre il romanticismo e in un certo senso di crederci (sebbene in una sua versione a scadenza breve). Questo in Basta Che Funzioni è tirato al massimo assieme ad un meccanismo comico come al solito verbale (le gag fisiche entrano in campo solo quando Woody recita) particolarmente riuscito che rende il film solidissimo e come al solito, dilettuosamente piacevole come un massaggio alla corteccia celebrale, un'opera che accarezza lo sguardo con i suoi colori pastosi e le sue luci calde negli interni e plumbee negli esterni e che non pretende null'altro se non essere piacevole senza venirvi incontro.
Basta Che Funzioni si mette in evidenza poi anche per come rompa la quarta parete. Perchè se i film del regista non hanno mai disprezzato l'espediente della conversazione con il pubblico mai questa idea era stata così esplicita e così uno strumento per definire il personaggio.
In Io e Annie, per dire, Allen parla con il pubblico e compie dei dialoghi impossibili con i passanti per spiegare dei concetti e mostrare le insicurezza di Alvy, in questo caso invece Larry David sa di essere un personaggio, mostra di essere conscio di tutto il meccanismo della sala e del pubblico ma invece che uscire dal film come il protagonista di La Rosa Purpurea del Cairo ci rimane e la sua consapevolezza influisce caratterizzandolo come "dotato di una visione d'insieme più ampia degli altri".
Girando sempre il medesimo film Woody, come al solito, ha fatto qualcosa di bello come non gli avevamo mai visto fare.
Il personaggio alleniano (quello nevrotico, ateo, caustico e disincantato che è al centro dell'80% dei suoi film fin dall'inizio e che solitamente è interpretato dal regista mentre in questo caso tocca a Larry David) ha ovviamente dei punti in comune con il regista e condivide alcune delle sue idee ma in nessun modo ne è lo specchio, è solo un personaggio messo in scena come altri. Tanto che di film in film prende posizioni diverse e fa cose diverse.
In questo caso il protagonista è tra i più pessimisti, molesti e superbi di sempre, al contrario però Basta Che Funzioni è tra i film più ottimisti e solari, nonostante il ritorno a Manhattan.
Chi conosce bene Allen infatti sa che se c'è un punto saldo nel suo cinema, accanto alla transitorietà di ogni rapporto e alla casualità che domina gli eventi, è anche la volontà di ritrarre il romanticismo e in un certo senso di crederci (sebbene in una sua versione a scadenza breve). Questo in Basta Che Funzioni è tirato al massimo assieme ad un meccanismo comico come al solito verbale (le gag fisiche entrano in campo solo quando Woody recita) particolarmente riuscito che rende il film solidissimo e come al solito, dilettuosamente piacevole come un massaggio alla corteccia celebrale, un'opera che accarezza lo sguardo con i suoi colori pastosi e le sue luci calde negli interni e plumbee negli esterni e che non pretende null'altro se non essere piacevole senza venirvi incontro.
Basta Che Funzioni si mette in evidenza poi anche per come rompa la quarta parete. Perchè se i film del regista non hanno mai disprezzato l'espediente della conversazione con il pubblico mai questa idea era stata così esplicita e così uno strumento per definire il personaggio.
In Io e Annie, per dire, Allen parla con il pubblico e compie dei dialoghi impossibili con i passanti per spiegare dei concetti e mostrare le insicurezza di Alvy, in questo caso invece Larry David sa di essere un personaggio, mostra di essere conscio di tutto il meccanismo della sala e del pubblico ma invece che uscire dal film come il protagonista di La Rosa Purpurea del Cairo ci rimane e la sua consapevolezza influisce caratterizzandolo come "dotato di una visione d'insieme più ampia degli altri".
Girando sempre il medesimo film Woody, come al solito, ha fatto qualcosa di bello come non gli avevamo mai visto fare.
10 commenti:
Dopo il mezzo inciampo,almeno secondo me, di V.C.Barcellona, è tornato ad altissimi livelli
Se c'è qualcuno per cui è ancora valida la vetusta politica degli autori per la quale "non esistono film belli o film brutti" è Allen.
però non puoi negare che nei film di Allen si riflette l'Allen stesso, non completamente, ma una buona parte sì. Sarebbe come dire che ogni film, ogni opera letteraria o teatrale o arte ancora, qualsiasi cosa dica o comunichi non faccia mai parte, salvo testimonianza esplicita, del pensiero dell'autore. E questo perchè sono sempre, e solo, personaggi
Non lo nego, infatti ho detto che ha dei punti in comune con il regista, ma del resto come anche il personaggio al centro di MAtch Point li ha.
Secondo me invece Match Point e Sogni e delitti sono gli unici film dove Allen non ha messo se stesso ma la sua visione della moralità odienrna. Lì è un superocchio che guarda tutto e un pò si schifa senza però giudicare.
Infatti quello è come un suo "periodo blu": molto più drammatico e drastico del solito, che personalmente ho amato molto.
Invece qui mi pare che sia tornato allo stile di un tempo (non a caso ho letto in giro che la sceneggiatura è degli anni '70).
Non vedo l'ora di vederlo.
Si sicuramente lo stile è quello solito, ma secondo me tra i film drammatici, i comici e quelli più di suspense come MAtch point e sogni delitti non c'è differenza a livello di visione delle cose.
Esiste un unico filo nella filmografia alleniana per il quale Interiors non è come Match Point, perchè appartengono a momenti differenti, mentre Scoop trovo di sì. Con stili diversi ci vedo la medesima idea di mondo e anche in Basta che funzioni c'è quel continuo preponderare esplicito della casualità del vivere che domina la sua produzione recente.
Quindi basta che funzioni?
E cmq io lo amo a Manhattan. Basta europa. Davvero. Quando gira in europa parla comunque e sempre dei suoi newyorkesi, solo che li chiama europei, ma di europeo non hanno nemmeno il decadentismo.
Quello è vero, cioè che riprende europei come manhattaniani, però poi può fare progetti più audaci. Io non ho ancora visto un sogni e Delitti o un Match Point fatto da lui in America da tanti anni, mentre in Europa glieli lasciano fare.
Il prossimo comunque è a Londra ma ancora non so che genere sia...
ah contnuista oppure fasi diverse...gli eterni dibattiti ermeneutici...
le cose non sono inconciliabili. Le fasi sono evidenti, ma nella continuità di contenuti e intenzioni ci possono essere momenti in cui variano le forme con le quali questi vengono narrati.
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