Voleva un film complesso. Questo lo si capisce. In teoria Placido voleva fare una cosa molto buona: voleva ritrarre i sogni sessantottini di cui è stato partecipe in maniera più o meno imparziale cioè non mettendo la polizia dalla parte dei cattivi e i manifestanti da quella dei buoni ma distribuendo colpe e irragionevolezze se non in maniera equa comunque in modo da non fare un film nostalgico su quant'erano santi i manifestanti. Insomma un film complesso.
Il problema è il risultato. Abbastanza confuso in questa doppia presa di posizione da prestare il fianco a critiche da entrambi i fronti, talmente concentrato sul contesto da dimenticare il testo (cioè le storie in primo piano che diventano funzionali ad una dimensione emotiva dei moti più che ad un coinvolgimento del pubblico) e inevitabilmente vittima delle proprie aspirazioni.
La cosa la dico con un certo dispiacere perchè pur non amando particolarmente il cinema di Michele Placido non posso negare che in molti momenti il suo modo di raccontare non nè banale nè disprezzabile. Anzi.
Come gira e soprattutto come decide di montare le lunghe sequenze, le alternanze tra totali e particolari, le scelte di fotografia che prende (le medesime di Romanzo Criminale) e tutto il comparto di messa in scena sono davvero molto buoni e Il Grande Sogno con qualche aspirazione in meno e un po' di concentrazione in più sulla storia dei personaggi invece che sulla storia del paese poteva essere uno straordinario film medio come fu appunto Romanzo Criminale.
Ma non è così. Le ambizioni di canto di un'epoca, opera definitiva in grado di restituirn tutte le contraddizioni senza eccedere nell'attribuzione di colpe e redenzioni fa crollare il sistema. Il Grande Sogno non è La Meglio Gioventù e non è The Dreamers, rimane bloccato in un limbo di mezzo che indispettisce tutti e verso tre quarti ha anche un calo di ritmo grave.
5 commenti:
nei trailer ho notato che da The Dreamers prende l'estetica, sbaglio?
Personalmente non amo Placido.
L'estetica secondo me è tutta quella di romanzo criminale
concoVdo
Il mio commento al film:
http://www.moschebianche.it/2009/09/12/il-grande-sogno/
ARCHIVIO DELLA DISLOCAZIONE
L’archivio della dislocazione documenta il trasferimento continuo di sé.
Ad ognuno dei partecipanti al progetto è richiesto di realizzare fotografie di sé nel contesto di panorami più o meno noti, esibendo nella mano la cartolina del proprio luogo di provenienza.
http://dislocazione.altervista.org
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