Si moltiplicano negli ultimi tempi cinematografici le storie vere di truffatori clamorosi, uomini che hanno mistificato tutto nella propria vita riuscendo comunque a stare al mondo, anche con un certo successo, fino a che implacabile è calata la scure della giustizia.
Da Prova a prendermi a The Informant fino a Colpo di fulmine, la vita di autentici truffatori (americani), camaleonti delle personalità e abili atleti del movimento tra le scartoffie burocratiche delle amministrazioni statunitensi, mostrano il cinematograficamente inedito lato debole di quella società solitamente propugnata come giusta e inaggirabile.
In particolare Colpo di fulmine con un umorismo decisamente più marcato dei suoi predecessori racconta di una figura incredibile che diversamente dagli altri truffatori cinematografici continua a cambiare identità e a sfuggire alle maglie della legge per un desiderio di affermazione personale.
L'impresa infatti comincia con una perentoria affermazione di omosessualità. Il protagonista dotato di una vita e una famiglia decide di fare outing e cambiare stile di vita nello sforzo di abbracciare il vero sè. Da questa affermazione di indipendenza ne discendono a cascata degenerante le altre, andando anche oltre la ricerca della propria identità.
In carcere poi l'amore verso Philip Morris (da cui il titolo originale) scopre una passione autentica che motiva molte delle sue scelte e in molti sensi dà un'altra piega al film.
Di sicuro Colpo di fulmine mette molta carne al fuoco ma una scansione rigorosa della storia, un montaggio preciso e un'interpretazione multiforme e controllata (com'è tipica di Jim Carrey) rendono tutto estremamente chiaro e digeribile. I continui raggiri alle istituzioni sono mostrati in chiavi ironiche, così come il rapporto d'amore con Phillip Morris e i dolori del camaleonte frustrato. Anche il dolore è mascherato dal continuo ricorso alla commedia.
Sebbene non sia ben chiaro cosa voglia essere Colpo di fulmine si esce dalla sala con un senso di destabilizzazione verso quelle certezze burocratiche e incrollabili nei confronti di come ci si debba muovere all'interno della nostra società. Il che è sicuramente un bene.
Da Prova a prendermi a The Informant fino a Colpo di fulmine, la vita di autentici truffatori (americani), camaleonti delle personalità e abili atleti del movimento tra le scartoffie burocratiche delle amministrazioni statunitensi, mostrano il cinematograficamente inedito lato debole di quella società solitamente propugnata come giusta e inaggirabile.
In particolare Colpo di fulmine con un umorismo decisamente più marcato dei suoi predecessori racconta di una figura incredibile che diversamente dagli altri truffatori cinematografici continua a cambiare identità e a sfuggire alle maglie della legge per un desiderio di affermazione personale.
L'impresa infatti comincia con una perentoria affermazione di omosessualità. Il protagonista dotato di una vita e una famiglia decide di fare outing e cambiare stile di vita nello sforzo di abbracciare il vero sè. Da questa affermazione di indipendenza ne discendono a cascata degenerante le altre, andando anche oltre la ricerca della propria identità.
In carcere poi l'amore verso Philip Morris (da cui il titolo originale) scopre una passione autentica che motiva molte delle sue scelte e in molti sensi dà un'altra piega al film.
Di sicuro Colpo di fulmine mette molta carne al fuoco ma una scansione rigorosa della storia, un montaggio preciso e un'interpretazione multiforme e controllata (com'è tipica di Jim Carrey) rendono tutto estremamente chiaro e digeribile. I continui raggiri alle istituzioni sono mostrati in chiavi ironiche, così come il rapporto d'amore con Phillip Morris e i dolori del camaleonte frustrato. Anche il dolore è mascherato dal continuo ricorso alla commedia.
Sebbene non sia ben chiaro cosa voglia essere Colpo di fulmine si esce dalla sala con un senso di destabilizzazione verso quelle certezze burocratiche e incrollabili nei confronti di come ci si debba muovere all'interno della nostra società. Il che è sicuramente un bene.
11 commenti:
quindi è da vedere?
quando implacabile arriva questa tua domanda capisco di aver fatto male il mio lavoro.
E' da vedere se ti piace il genere, perchè fa ridere ed è divertente ma non così tanto da giustificare la visione solo per quello. E' una commedia che c'ha tutto un suo perchè dietro.
è che ultimemanete le tue stroncature sono diventate più dolci e mi spiazzano....cmq se ho capito bene diciamo che questo è da pop corn medio...
p.s. ottimo dragon trainer!!!
E' della serie "Oggi me voglio vedè un film che c'ha un senso ma non rinuncio a farmi una risata!"
Gran bel film Prova a Prendermi.
Ti trascino nel giornalismo "strano ma vero": ma l'hai letta sta storia di Motherhood che avrebbe fatto staccare dodici biglietti in una settimana? Ma come è possibile?
Ma dove? Mi sembra assurdo...
Qua
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=96148&sez=HOME_CINEMA
incredibile
un film che ha comunque un richiamo per via della protagonista, una certa distribuzione....
Si dice coming out, non outing. Qualcuno ci tiene.
non qui
qui comando io
omofobo!
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