Il secondo film su Biancaneve di quest'anno, come sanno anche le pietre, è di tono completamente opposto a quello in cui Julia Roberts interpreta la regina cattiva, sebbene direttore sempre da qualcuno che proviene dalla pubblicità. Qui è Charlize Theron a fare da matrigna/matrona/monarca, con sforzo e impegno decisamente maggiori della collega, e, per seguire il successo al botteghino (ma non esattamente anche di critiche) di Alice in Wonderland, tutto il film spinge sul piano del dark e fantasy. La sorpresa è che, a differenza di quanto accaduto con il film diretto da Tim Burton, qui la componente fantasy è fusa con quella favolistica con maggiore abilità e un pizzico più di audacia, con sommo beneficio della pellicola.
Biancaneve e il cacciatore fa il lavoro che le storie fanno in un'era in cui lo spettatore preferito da tutte le major è il nerd (che in maniera "politicamente corretta" oggi amiamo chiamare geek, noncuranti del fatto che quel termine indica qualcosa di un po' diverso): spiega e fornisce dettagli.
Alla favola di Biancaneve questo film aggiunge un prima e un dopo, mette in relazione i personaggi con maggiore dettaglio e colma qualsiasi vuoto narrativo (che faceva prima il cacciatore? Che motivazioni lo spingono? Da dove vengono i nani? Perchè stanno in mezzo alla foresta?), operazione che solitamente svilisce e depaupera qualsiasi storia, poichè leva mistero e magia, ma che in questo caso è ben bilanciato dal fatto che il mito di Biancaneve è interamente ripensato, trovando nelle pieghe di quell'intreccio lo spazio per le dinamiche fantasy con gran conoscenza del genere.
Andando a pescare un po' nelle asperità della favola dei Grimm (quelle rimaste fuori dal cartone Disney e dai successivi adattamenti) e cambiando il peso dei vari ruoli, a partire da quello del cacciatore, questa nuova versione è talmente qualcosa di altro da Biancaneve come la conosciamo, da essere a tutti gli effetti una storia e un film a sè, poteva anche non avere quel titolo e quei personaggi. E' una storia che ha poco a che vedere con la metafora madre/figlia e più con quella della predestinazione e la responsabilità individuale (come tipico del fantasy) e che soprattutto sceglie di lasciar interpretare i nani a sette attori britannici, quasi tutti di formazione teatrale, in uno sforzo d'originalità riuscito.
8 commenti:
sì ma ti è piaciuto? o no?
così e così
pensavo peggio!
Io ero prevenuta, però adesso devo dire che mi è sembrata un'occasione sprecata. Gli attori non male, a parte Charlize che è grandiosa, e l'ambientazione prende. Poi però diventa veramente lento, a me è sembrato che osi nei fatti veramente poco - a parte l'idea di base di rivisitare la storia classica.
appro di Charlize...ma si ha qualche news di cui ci si possa fidare sull'accoglieza di Prometheus all'estero?
paolo
appro di Charlize...ma si ha qualche news di cui ci si possa fidare sull'accoglieza di Prometheus all'estero?
paolo
Flavia: secondo e osa nella misura in cui fa dei richiamialla storia originali traslati nella dimensione del genere fantasy. Certo poi tutto questo non è Neil Jordan eh! Però l'avevo rispettata come scelta.
Paolo: badtaste è andato all'estero a vederlo. Grande cuore!
e cosa dice badtaste-niola a riguardo? (l'unico di cui mi fido ormai in campo cinematografico.... superata da un pezzo la Mancuso, senza storia Boris Sollazzo).
vabbè, cliccherò il link.
grazissime
paolo
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