È impressionante come la carriera da attrice di Jennifer Lopez dopo il brusco arresto dal 2006 in poi sia ricominciata con calma e lentezza all'insegna del personalismo, di un protagonismo molto più spinto che in precedenza. Dopo una gravidanza e un divorzio quella che è la più grande star latinoamericana di Hollywood è tornata al cinema con una serie di B movie e qualche commedia sentimentale adatta alla sua età (Cosa aspettare quando si aspetta, Parker, Lila & Eve), sempre rimettendo scena o parti della propria vita o il proprio corpo come sex symbol della propria fascia d'età. Il ragazzo della porta accanto non si discosta da questa tendenza, è un film imbastito intorno all'idea di Jennifer Lopez come MILF in grado di far impazzire un ragazzo di desiderio. E non si nega a proposito delle scene di sesso.
Quello che è stato affidato a Rob Cohen (ma è scritto da Barbara Curry) è un thriller molto blando, in cui il grosso è costituito dal gioco di corpi o almeno questa sembrerebbe la speranza del regista. Fin dal primo momento in cui entra in scena il ragazzo del titolo (inquadrato dalla muscolatura prima e solo molto dopo in volto) è chiaro come questa dovrebbe essere una storia di corpi che si desiderano, una trama di bramosia e non di cervello. Purtroppo il film è così solo nella prima parte e dà il tempo a Cohen di azzeccare anche una buona scena di sesso, poco usuale e decisamente funzionale, prima di rovinare se stesso correndo dietro alle ossessioni e alle gelosie puritane.
Inseguendo la proiezione di desideri maschili, lo script molto al femminile non concede speranze però alle over40. La MILF che si concede al ragazzo di 20 anni è il peccato originale, l'errore che sembra condannare tutta la vita della protagonista. Il giovane amante che arriva nella sua vita con tutte le scusanti del caso (è divorziata, ha bisogno d'affetto, gli uomini che incontra non la valorizzano mentre lui le dice quel che vuole sentirsi dire), si rivela maniacalmente e morbosamente attaccato a lei, tanto da mettere a repentaglio la vita dei suoi cari. Essere andata a letto con il giovane è la sua rovina.
Uno sviluppo decisamente fuoriluogo condotto come un camion senza freni giù per una collina, senza badare a sottili costruzioni ma passando da struggimento sulle tende a morti ammazzati in un pugno di scene. Allora anche l'impegno che Rob Cohen sembra dimostrare nelle prime scene del film (montate come uno strano riassunto delle puntate precedenti) muore. Nel più tipico incendio di capannone nel quale risolvere i propri conti, perde ogni residua dignità un film che in fondo voleva solo rimettere in circolo il corpo di Jennifer Lopez come oggetto sessuale maturo, adatto ai mutati costumi e alle mutate tendenze sessuali.
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