Come nelle puntate riassuntive delle vecchie serie tv, Aldo, Giovanni e Giacomo con una trama obiettivamente fantasiosa mettono insieme un collage dei loro 25 anni di carriera, capace di dire molto più su un periodo della tv che non c’è più che sul cinema attuale o anche semplicemente sulla loro comicità di oggi. Fuga da Reuma Park ha tutte le caratteristiche dell’avventura in stile Aldo, Giovanni e Giacomo pompate al massimo, ne ingloba sia il consueto sogno di fuga all’estero, in paradisi tropicali dove trovare una pace che non c’è qui, sia le caratteristiche estremamente teatrali, surreali e immaginifiche (tutto ad un livello molto basso).
Nell’inizio c’è già tutto. La prima inquadratura, impietosa, è un primo piano ravvicinato su Aldo in macchina, è vecchio e non è vecchio. Sarebbe lui stesso da vecchissimo ma non è truccato da vecchio, ha solo i baffi bianchi. E basta. Fuga da Reuma Park è così, come se fossero a teatro i tre utilizzano elementi di trucco molto grossolani buoni solo se il pubblico è lontano, non si sforzano davvero di interpretare i sé stessi vecchi ma fanno un lungo sketch. Non c’è nessuna voglia di creare l’illusione del racconto, anzi sembra godano a metterne in scena la falsità, finendo in alcuni punti nella pura slapstick da cinema di animazione (con tanto di effetti sonori in stile Roger Rabbit) da far accapponare la pelle.
Come nello storico Tre Uomini e una Gamba ci sono alcune fughe dalla trama, con deviazioni frutto di sogni o di trasmissioni televisive (ad un certo punto vediamo proprio un estratto sano di un loro popolare sketch televisivo). Ma al contrario di quell’esordio al cinema fulminante manca la capacità di adattare la loro comicità alla scansione dei film e al ridere in sala.
In più lungo tutta la trama pretestuosa (i tre devono fuggire da questo parco casa di cura per andare in Brasile con una barchetta partendo dai navigli), artificiosamente vediamo comparire tutti i personaggi sviluppati in tv, con particolare enfasi su quelli di Mai Dire Gol.
Stupisce tantissimo il totale nonsense dimenticato di alcuni (gli animali, Vomitino, Tafazzi, Rolando…), stupisce quanto non funzionino al cinema, fuori dalla logica del flusso di una trasmissione tv, privi della voce fuoricampo (ne risente soprattutto la parodia di All’ultimo minuto).
Operazione nostalgia (di se stessi) pessima, film che non è davvero un film ma uno showcase di vecchie idee su un impianto teatrale, Fuga da Reuma Park è insalvabile, noioso e trasforma in non divertenti tutte quelle trovate che una volta erano esilaranti.
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