Nonostante la dimensione ristretta e la missione di aderire a tutte le regole del cinema on the road americano, 2 Gran Figli Di… poteva lo stesso essere un feel good movie ben fatto, capace di toccare anche qualche corda in modi originali. Poteva.
Lawrence Sher (direttore della fotografia passato alla regia) invece dimostra di avere pochissima conoscenza di come si mescolino i toni e, alle prese con un compito difficile, cioè amalgamare il tenero, il sentimentale e il romantico con il comico, fallisce su tutta la linea, nonostante possa vantare quella che solitamente è l’ossatura migliore di un film del genere: un cast di comprimari di ferro.
Owen Wilson e Ed Helms sono due fratelli che nell’anniversario di matrimonio della padre scoprono di non essere figli di chi credevano. Il loro defunto padre in realtà non era tale, la madre l’aveva inventato perché non ha idea chi sia il loro padre, tale era la sua attività sessuale negli anni ‘70. I due partono così di indizio in indizio alla ricerca degli amanti da lei avuti, ogni volta convinti che il prossimo sia effettivamente il padre che non sapevano di avere in una carrellata di giocatori di football, ladri e veterinari. Loro sono due gemelli molto diversi che non vanno daccordo e che nel viaggio impareranno a conoscersi. Sbadiglio.
Per ravvivare questa trama ci voleva (sembra incredibile dirlo) un film italiano, ci voleva cioè quella capacità che il nostro cinema padroneggia con più sicurezza di quello americano di lavorare sul doppio registro del dramma e della commedia, invece del comico spudorato scritto da Justin Malen (già autore di La festa prima delle feste) mal affiancato alle improvvise impennate di tenerezza.
Ed Helms replica il personaggio della vittima delle disavventure del viaggio già interpretato in Una Notte Da Leoni, mentre Owen Wilson ogni tanto è carnefice ogni tanto è vittima. Nel complesso però i due non sembrano mai fratelli ma la classica coppia mal assortita, il che non aiuta la parte sentimentale.
Purtroppo 2 Gran Figli Di… sembra convinto del fatto che per essere seri occorra prendersi sul serio, così crede davvero alla potenza drammaturgica delle sue deviazioni romantiche da quattro soldi. E questo peggiora anche le parti di commedia, che ne vengono influenzate negativamente. Invece quel che il cinema comico americano migliore ci ha insegnato (Una Notte Da Leoni incluso) è che i film più seri sono quelli che prendono meno sul serio la propria parte seria e cercano di arrivarci non iniettando del dramma, ma lavorando con il tono che gli appartiene, quello leggero della commedia.
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