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9.9.18

Acusada (id., 2018)
di Gonzalo Tobal

Non ci interessa molto cosa è successo, quando e dove, ci interessa che Dolores è accusata di qualcosa di gravissimo. Ci vorrà un bel po’ per scoprire di cosa si tratti e quante implicazioni abbia quest’accusa, come del resto impiegheremo tutto il film per arrivare vicini a ricostruire il momento cruciale, quello conoscendo il quale si può capire se Dolores sia colpevole o innocente. Ma alla fine conta tutto molto poco e sono più che altro espedienti per tenere alta l’attenzione del pubblico, non fasi della costruzione di un senso.

Ad Acusada non importa molto se Dolores l’abbia fatto o meno, importa che lei e tutti intorno a lei si sentono in colpa a prescindere, che questa causa costosissima sta distruggendo una famiglia, che i media si cibano di loro e che psicologicamente ne stanno uscendo letteralmente devastati. Per arrivare a questo e per tenere così tanto il cuore del film sui personaggi più che sui fatti serve necessariamente una serie di ottime interpretazioni, perché è a partire da quelle che comprendiamo la complessità delle reazioni. Purtroppo protagonista è Lali Espòsito, monocorde, monoespressione e non in grado di sostenere un simile ruolo (il confronto con gli attori che fanno i suoi familiari è impietoso).

Fosse stato un film americano avremmo seguito indagini che portano a scoperte, sorprese e ribaltamenti su quella che crediamo essere la verità dei fatti, oppure avremmo seguito l’odissea mediatica della famiglia, sballottati, odiati dalla popolazione e sfruttati da qualsiasi obiettivo di videocamera. Invece no. Acusada sembra voler guardare cosa succede al nucleo familiare facendo capire che colpevole o innocente loro sono già rovinati, non ne usciranno più. Ma lo fa con un atteggiamento da serie teen nella prima parte e poi con una pretenziosità fuori luogo nella seconda.

C’è moltissima enfasi sulla suspense come fosse cinema di genere puro, eppure non lo è perché non la costruisce realmente (talmente è la enfasi e talmente è rimandata in avanti la verità che ad un certo punto comincia a non interessare più), preferisce invece crogiolarsi nell’ammirazione dello sfascio familiare. Il procedimento legale è faticosissimo, resistere è faticosissimo, tenere unito il nucleo è faticosissimo. E alla fine Acusada perde un po’ di vista il punto affidandosi al metaforone finale con il puma quando è troppo tardi.

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