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14.9.18

Il Ragazzo Più Felice del Mondo (2018)
di Gipi

Il problema di Il Ragazzo Più Felice Del Mondo è che è un film difficilissimo da fare, un’impresa complicata tra realtà e invenzione, autobiografia e fantasia che facilmente può scadere nel già visto e necessita di moltissime idee per andare davvero in porto.
La storia potrebbe essere quella di un film di Nanni Moretti del post-Caro Diario: Gipi è se stesso e racconta di aver ricevuto due lettere da un fan a decenni di distanza, identiche. Incuriosito chiede online ad altri fumettisti se gli sia capitata la stessa cosa e scopre non solo che è capitato ma che le loro lettere sono identiche alle sue parola per parola. Decide così di scoprire chi sia questo fan. Anzi decide di fare un film sulla sua scoperta del fan.

Il Ragazzo Più Felice Del Mondo racconta quindi la lavorazione di un film, scalcinatissimo e con mille problemi di budget, produttori, maestranze cialtrone e via dicendo, alla ricerca di questa figura che molti della troupe ritengono sia matta e quindi potenzialmente violenta.
Gipi non è certo tipo da vanità o autoindulgenza tuttavia la scivolosità del tema fa spesso finire il suo film da quelle parti. Già da quando apre con un colloquio con un produttore (il vero Domenico Procacci) proponendogli un film erotico italiano sulla scia di La Vita Di Adele, ma al maschile, la sensazione è che Gipi oscilli tra la presa in giro a se stesso e la piccola, tenue e quieta esaltazione di un animo magnanimo e gentile ma di gran cuore.

Purtroppo il film ha anche un unico modo di scherzare e fare commedia, cioè ironizzando sull’inadeguatezza del protagonista e della sua troupe (alla fine la vera storia è la loro, la banda in viaggio). Sono battute e ironie molto centrate e che spiegano bene tante assurdità del commercio del cinema, ma che alla fine sono sempre uguali a se stesse e si ripetono di continuo.
Di contro poi esistono una serie di paralleli elementari (un’entrata a gamba tesa nel progetto è montata assieme ad un’entrata a gamba tesa in una partita di calcetto) e ad un certo punto quando il protagonista arriva ad un empasse sul film nel film abbiamo l’impressione netta e non piacevole che anche Il Ragazzo Più Felice Del Mondo non sappia che fare, cosa raccontare e dove andare, perdendo tantissimo tempo appresso a diverse variazioni sul medesimo tema del blocco. Anche per questo simili film sono complicati da mettere in scena senza risultare autoindulgenti e ingenui.

Così alla fine la parte migliore del film è come, volontariamente o meno, sia un viaggio nella scena del fumetto contemporaneo italiano. Molti sono i veri fumettisti che Gipi tira dentro, sia nel ruolo di se stessi che in parti di finzione, mettendo in un unico film tanti volti e personalità differenti che raramente si guadagnano i riflettori ma che fotografano una scena.

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